I medici alle trans: venite a farvi operare in Italia pagando solo il ticket
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I medici alle trans: venite a farvi operare in Italia pagando solo il ticket

Quattro i centri per cambiare sesso in Italia: Palermo, Pisa, Torino e Trieste. Ogni anno vi accedono 60 persone

Un'operazione complessa da tanti punti di vista
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3 Maggio 2018 - 12.16


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Nel nostro paese ogni anno riescono a cambiare genere circa 60 pazienti transessuali. I centri pubblici che si occupano di disforia di genere, ovvero della diagnosi e cura delle persone che si identificano in modo forte e persistente nel sesso opposto di quello biologico, sono 4 e si trovano a Palermo, Pisa, Torino e Trieste. Questi sono i dati del primo censimento sull’argomento realizzato dalla Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica (Sicpre), pubblicato sul sito www.sicpre.it. L’obiettivo del lavoro è quello di semplificare e rendere effettivamente praticabile dalle persone transessuali il percorso diagnostico-terapeutico in ambito ospedaliero. Chi soffre di disforia di genere vive cuna condizione difficilissima: avere un apparato genitale maschile, ma sentirsi profondamente femmina, o viceversa, è riconosciuto come un disturbo medico dalla World Health Organization, che necessita di un trattamento multidisciplinare che dovrebbe procedere per gradi, comprendendo un convalidato percorso psicologico, una preparazione sessuologica prima dell’intervento e uno specifico supporto dopo. “Dalla diagnosi all’intervento, e’ una strada lunga e complessa”, ha detto Adriana Cordova presidente della Sicpre. “Ci siamo impegnati a individuare i centri ospedalieri italiani – ha continuato – che si occupano di disforia di genere per dare un aiuto concreto alle persone transessuali, che spesso finiscono con l’andare all’estero o col farsi operare da professionisti e in strutture private che non hanno la competenza e l’esperienza sufficiente per eseguire in sicurezza interventi cosi’ delicati”. I centri pubblici italiani prevedono diverse figure: dall’urologo al ginecologo, senza dimenticare ovviamente il chirurgo plastico e lo psicologo. “Per ogni centro abbiamo pubblicato numeri di telefono, nomi di riferimento, orari. Si tratta di strutture pubbliche, che quindi al massimo prevedono, per ogni prestazione, il pagamento del ticket”, ha concluso Cordova.

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