In mostra a Roma i crimini di guerra nell'ex Jugoslavia
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In mostra a Roma i crimini di guerra nell'ex Jugoslavia

La mostra con foto e documenti inediti 'Resolution 808' di Martino Lombezzi, fotografo, e Jorie Horsthuis, giornalista, curato da Daria Scolamacchia, si terrà dal 18 ottobre al 9 novembre prossimi

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17 Settembre 2018 - 12.40


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A 25 anni dall’istituzione del Tribunale penale internazionale sui crimini di guerra in ex-Jugoslavia il IX Festival della Diplomazia porta per la prima volta il Italia, la mostra con foto e documenti inediti ‘Resolution 808’ di Martino Lombezzi, fotografo, e Jorie Horsthuis, giornalista, curato da Daria Scolamacchia, che si terrà dal 18 ottobre al 9 novembre prossimi nelle Officine Fotografiche, in via Libetta a Roma. Il Tribunale Penale Internazionale per la ex Jugoslavia (Icty) viene istituito nel 1993 con la risoluzione 808 del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Nel novembre 2017 viene emessa l’ultima sentenza: ergastolo a Ratko Mladic, ex comandante dell’esercito serbo bosniaco, Mladic era accusato di genocidio e crimini contro l’umanità per il massacro di Srebrenica e molti altri crimini di guerra commessi dalle sue truppe durante la guerra del 1992-1995, arrestato dalle autorità serbe nel 2011 dopo sedici anni di latitanza. Dopo questo importante e lungamente atteso giudizio, l’Icty chiude i battenti, mettendo fine a un’esperienza unica di indagine sui crimini di guerra.

‘Resolution 808’ racconta attraverso foto e interviste inedite l’esperienza pionieristica del tribunale penale internazionale dell’Onu, il primo tribunale dopo quello di Norimberga ad aver processato e giudicato individui per crimini di guerra, dai soldati semplici ai capi di stato. Un luogo dove, nel bene e nel male, nel corso di venticinque anni di processi, è stata riscritta la storia recente dei Balcani. “Con interviste esclusive a diversi protagonisti, ritratti ed immagini degli interni del Tribunale – spiegano Lombezzi e Horsthuis- vogliamo dare una visione unica di questa istituzione, che ha incriminato 161 persone negli ultimi 25 anni, e che normalmente è chiusa al pubblico. È l’ultima occasione per conoscere il luogo in cui sono stati processati criminali di guerra come Milosevic, Karadzic e Mladic, e dove è stata fatta la storia”. Icty, la prima corte per crimini di guerra costituita in Europa dalla seconda guerra mondiale , è stata chiamata a giudicare gli eventi avvenuti in quattro differenti conflitti: in Croazia (1991-95), in Bosnia-Erzegovina (1992-95), in Kosovo(1998-99) e in Macedonia (2001). Per la prima volta nella storia, un tribunale veniva istituito nel mezzo di una guerra, con il compito di perseguire e giudicare i principali responsabili di atrocità che non avvenivano in Europa dalla seconda guerra mondiale: assedi, detenzioni in campi di concentramento, uccisioni di massa, genocidio. Non esistevano precedenti per guidare il lavoro pratico di questa istituzione, la prima corte internazionale per crimini di guerra dopo i processi di Norimberga e Tokyo del secondo dopoguerra.

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Dall’inizio degli anni ’90, l’Icty è cresciuto e si è evoluto in un meccanismo di giustizia grande e complesso; il Procuratore ha incriminato 161 persone e raccolto una quantità enorme di informazioni di ogni tipo e natura sulla fine della Jugoslavia. Gli archivi contengono migliaia di documenti giudiziari, prove, mappe, trascrizioni degli atti, fotografie e registrazioni audiovisive delle udienze del tribunale. Lombezzi e Horsthuis nel corso del 2017, l’ultimo anno di attività di questa istituzione, hanno avuto la rara opportunità di entrare dietro le quinte del Tribunale, di poterne documentare gli uffici, gli archivi, le stanze di detenzione, e di raccogliere le testimonianze di molte persone che vi hanno lavorato e che di solito non hanno contatti con i media. Dal progetto emerge la quotidianità tutta speciale di chi per anni è stato, lontano dai riflettori, a stretto contatto con una materia così delicata come i crimini di guerra. Attraverso la testimonianza e l’esperienza peculiare delle interpreti, la posizione scomoda degli avvocati difensori, i diversi caratteri dei giudici, insieme alle storie di molte altre figure che hanno reso possibile il lavoro nell’aula del Tribunale, ‘Resolution 808’ racconta dall’interno questa istituzione, che spesso è stata al centro dell’attenzione mediatica internazionale ma non è mai stata osservata dal punto di vista di chi ci ha lavorato.

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Nel momento in cui questa esperienza è appena conclusa, la mostra è inoltre un contributo alla riflessione sul senso di essa. L’eredità che l’Icty lascia è irrisolta, e il dibattito sulla sua effettiva capacità di raggiungere le finalità per cui era stato istituito è ancora aperto. Realizzato con il contributo dell’Ambasciata dei Paesi Bassi in Italia e del IX Festival della Diplomazia, la mostra risponde perfettamente al tema che quest’anno viene portato all’attenzione dal festival: “’What Makes The World Go Round – National States Are Still in Charge?’/ ‘Cosa fa girare il mondo? Gli Stati Nazionali sono ancora in pieno controllo?’. Tra geopolitica e approfondimenti, con oltre 60 appuntamenti, per un totale di oltre 120 ore di approfondimenti, il IX Festival della Diplomazia dal 18 al 26 ottobre 2018 a Roma, offrirà al mondo della diplomazia, della politica, dell’accademia, dell’economia, del Giornalismo, agli analisti più esperti ma anche agli universitari e agli studenti, una panoramica sugli avvenimenti e sullo scenario contemporaneo attraverso le testimonianze e le opinioni di alcuni dei massimi esperti nazionali e internazionali. Un festival diffuso nella città, l’unico al mondo dedicato alla Diplomazia e alle Relazioni Internazionali, con un ricco programma di seminari e incontri dislocati nella capitale, tra sedi istituzionali e luoghi ‘altri’, che rende per 9 giorni Roma protagonista assoluta del dibattito sulla geopolitica e sull’attività diplomatica internazionale.

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