Coronavirus, Burioni e Pregliasco dubbiosi sul nuovo studio cinese: "Aneddotico e non certo"
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Coronavirus, Burioni e Pregliasco dubbiosi sul nuovo studio cinese: "Aneddotico e non certo"

Lo studio che sostiene che il virus può rimanere nell'aria per 30 minuti e arrivare a coprire oltre 4 metri di distanza si basa su dati ritenuti deboli

Burioni
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10 Marzo 2020 - 16.15


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Dai ieri circola una ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Practical Preventive Medicine e adesso ritirata che esponeva delle nuove teorie sul Coronavirus. Secondo i dati forniti, il virus resiste nell’aria per almeno 30 minuti e può coprire distanze di 4,5 metri e non di 1 metro come abbiamo creduto finora. 
I ricercatori basano la loro teoria sull’osservazione di un cittadino cinese, risultato positivo, osservato dalle telecamere di sicurezza che lo hanno inquadrato mentre compiva un viaggio in autobus il 22 gennaio, il giorno prima dell’inizio dell quarantena di Wuhan. Nell’autobus di piccole dimensioni dove sedeva il passeggero i finestrini erano tutti chiusi e in 4 ore di viaggio il virus si è propagato ad altre 7 persone, compresa una coppia a 6 file di distanza. Poi, in un secondo minibus dove ha viaggiato per un altra ora, il contagio è salito a quota 13: “Si può sostenere che in un ambiente chiuso con aria condizionata la distanza di trasmissione del nuovo coronavirus supera la distanza di sicurezza comunemente riconosciuta” hanno scritto i ricercatori che suggeriscono di indossare la mascherina se si deve restare in ambienti affollati perché il virus può rimanere nell’aria.
La smentita di Burioni
“Il dato riportato” scrive il virologo Roberto Burioni, “è troppo debole e aneddotico perché si basa sull’osservazione di passeggeri attraverso telecamere a circuito chiuso. Chi mi dice che quei passeggeri non fossero già malati prima di salire sull’autobus? Perché non si è infettato chi era vicino al passeggero? Tutto quello che sappiamo è che il virus si trasmette attraverso le goccioline emesse da tosse e starnuti emesse da persone positive e non ci sono reali prove scientifiche che il virus rimanga sospeso nell’aria. Uno studio recente su Jama ha studiato l’entità della contaminazione da coronavirus quando si è in presenza di un paziente infetto con sintomi importanti: i campioni dell’aria erano risultati negativi nonostante l’entità della contaminazione su alcune superfici. E Jama è una rivista seria”. 
Il punto di Fabrizio Pregliasco
“È sicuramente un caso estremo, che non fa parte della normalità ma in un contesto chiuso come un autobus potrebbe accadere qualcosa del genere” dice Fabrizio Pregliasco, Direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi. “Ma dobbiamo ricordarci che più ci si allontana dal soggetto infetto, meno sono le probabilità di contagio perché la curva delle famose goccioline cala. Inoltre possiamo supporre, al di là che è uno studio osservazionale, che il “passeggero A” sia stato un superdiffusore, con alta carica virale e le persone che ha contagiato probabilmente erano particolarmente suscettibili, sempre che il contagio sia avvenuto davvero sull’autobus. Insomma, una serie di circostanze particolari, non così facilmente ripetibili, ma che devono fare riflettere sull’importanza del lavaggio delle mani”. 

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