Per il virologo Giovanni Di Perri, primario dell’ospedale Amedeo Savoia di Torino, a capo della task force di medici e infermieri che nella struttura piemontese fronteggiano l’emergenza Covid19, l’epidemia di Coronavirus è paragonabile a “due terremoti al giorno”.
“Attualmente ci sono picchi più alti in Piemonte (6%) e in Lombardia (8%) – osserva l’esperto – ma in Veneto, dove lo screening è stato fatto a tappeto (49 mila tamponi rispetto agli 11 mila del Piemonte), la mortalità è più bassa, siamo al 3,24%. Al momento, però, abbiamo un denominatore comune troppo piccolo per ottenere statistiche credibili”.
Quanto all’ipotesi che Sars-CoV-2 possa essere mutato cominciando a uccidere anche persone più giovani, “sul virus modificato, allo stato dei fatti, non esistono elementi di genetica che possano confermarlo – risponde lo specialista – Sulle vittime giovani non ci sono dati certi, ma analizzando i grandi numeri c’è invece la conferma che i più esposti siano gli anziani e coloro che soffrono di gravi patologie”.
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