Da Spinaceto a Tomba di Nerone, la lettera dei cinghiali alla sindaca Raggi
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Da Spinaceto a Tomba di Nerone, la lettera dei cinghiali alla sindaca Raggi

Il capo-branco Grunf si rivolge alla prima cittadina della Capitale

Cinghiali a Roma
Cinghiali a Roma
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Giancarlo Governi Modifica articolo

9 Giugno 2020 - 19.37


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Gentile ed esimia signora Sindaca, approfitto della cortesia del signor Giancarlo Governi per farle arrivare questa mia letterina. Sono Grunf il capo branco dei cinghiali residenti da tempo nel quartiere di Roma chiamato Tomba di Nerone, dopo essere stati cacciati proditoriamente dal quartiere chiamato Spinaceto. Lei avrà saputo che in quel ridente quartiere si era formata una colonia etnica della nostra razza, da non confondersi con la razza maialina, esseri dediti all’ingrasso passivo più smodato, mentre noi cinghiali siamo sempre in attività lavorativa che nel quartiere romano consisteva nello smaltimento dei rifiuti lasciati sui marciapiedi dai cittadini umani e dai lavoratori addetti alla raccolta. Se non ci fossimo stati noi, gentile ed esimia Sindaca, il quartiere sarebbe stato invaso dai rifiuti che poi al sole e all’aria aperta si deteriorano, mandano cattivi odori e provocano un ambiente malsano. Noi invece siamo tempestivi nella raccolta e distruzione non stiamo mica ad aspettare la raccolta comunale e tantomeno i termovalorizzatori regionali.
Gli stessi abitanti di Spinaceto si erano abituati alla nostra presenza e quando ci vedevano si sbracciavano per salutarci cordialmente. Tanto da considerarci cittadini romani. I cittadini del quartiere ma non l’amministrazione comunale che ci ha fatto cacciare da Spinaceto costringendoci a una lunga migrazione che ci ha portato dalla parte opposta della città, sulla Cassia. Conosce quel monumento funebre romano che i romani credono essere la tomba di Nerone, e che è diventato il toponimo del quartiere? Ebbene siamo arrivati proprio in quel parchetto recintato dove non possiamo lavorare rendendoci utile alla cittadinanza distruggendo i rifiuti abbandonati, ma costringendoci per sopravvivere ad accettare la pubblica carità dei cittadini animalisti che preferiscono, per fortuna nostra, sfamare noi piuttosto che i cristiani bisognosi.
Ecco è questo il motivo che mi ha spinto a scriverle questa lettera: noi non siamo migranti clandestini che passano la giornata a bighellonare, a chiedere l’elemosina, a disturbare i villeggianti sulle spiagge, a chieder con petulanza di lavare vetri di macchina pulitissimi. Noi siamo oramai diventati stanziali e con il nostro lavoro per niente retribuito, senza assicurazioni e assistenza sociale e senza pensione per quando saremo cinghiali anziani. Noi non vogliamo niente di tutto questo, non vogliamo onori e titoli e neppure prebende, vogliamo soltanto che ci sia riconosciuto lo stato di cittadini rispettati e protetti. Le faccio un esempio: sono andato al Municipio di competenza per chiedere un documento di identità, ho trovato gli uffici chiusi per il Covid senza spiegarmi che cosa sia questo benedetto Covid di cui tutti parlano. Mi hanno detto di ripassare prima di Natale, nella speranza che il Covid sia scomparso, perché il personale è pure scarso, e quello che c’è è poco pratico dell’uso delle nuove macchine che rilasciano i documenti elettronici. Gli ho detto che uno dei miei cinghialini, particolarmente esperto in queste diavolerie come tutti i ragazzi del mondo, avrebbe potuto dar loro una mano. Hanno risposto che non si può, per legge, sfruttare il lavoro minorile e che io per questo potrei essere passibile di denuncia. E va bene, aspetteremo Natale, anche se quello è un periodo pieno di lavoro per noi e trovare il tempo sarà difficile.
Però una richiesta per l’immediato, gentile ed esimia Sindaca, mi permetto di rivolgerla. Abbiamo sentito parlare, noi cinghiali di Spinaceto, di questa meraviglia della Scalinata di Trinità dei Monti. Ebbene la nostra presenza potrebbe essere molto utile in quella meraviglia come distruggitori di rifiuti (lo sa che distruggiamo anche la plastica ritenuta eterna?) sempre in movimento, che non si siedono mai, anche perché ce lo impedisce la nostra struttura fisica. Che dice osiamo? Oso! La ringrazio della sua gentilezza e le invio un rispettoso saluto. Sono il suo rispettosissimo servitore e aspirante cittadino romano
Grunf
(capo branco dei cinghiali ex stanziali di Spinaceto, ora trasferiti alla Tomba di Nerone )

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