Il Presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, componente del Comitato tecnico scientifico per l’emegenza Covid-19, ha spiegato a Skytg24 che “per definire un indebolimento del virus dovremmo avere l’evidenza dal sequenziamento di ceppi virali che vi è stata la presenza di mutazioni che, in qualche modo, hanno ridotto il potere di aggressione del virus. Noi queste evidenze non le abbiamo affatto”.
“Si è ridotto sia il numero di soggetti contagiati sia la gravità delle manifestazioni cliniche”, rileva comunque l’esperto. “Questo fa riferimento alla carica virale”, spiega Locatelli, che chiama in causa le misure di protezione individuale e la possibilità di diagnosi precoci. Così oggi “i malati che afferiscono alle strutture ospedaliere sono meno gravi” e “sono in numero minore. Anche un effetto esperienza nel trattare questi malati ha influito, e abbiamo evidenze che alcune terapie” adottate si sono rivelate utili.
Riguardo poi le dichiarazioni dell’Oms sugli asintomatici che non possono contagiare, Locatelli ha dichiarato: “Credo non sia stata un’uscita fra le più felici”.
“I cosiddetti asintomatici” ha spiegato possono essere pre-sintomatici e paucisintomatici in una fase prima di sviluppare sintomi. Poi ci sono gli asintomatici” veri e propri. “Abbiamo delle pubblicazioni scientifiche che documentano come anche un asintomatico può avere carica virale significativamente elevata” e dunque “i soggetti asintomatici hanno la possibilità di infettare”.
“Tendenzialmente il carico virale è più elevato nei sintomatici, e quindi la capacità di trasmettere l’infezione è più elevata – ha aggiunto Locatelli – Ma ad esempio il caso della Diamond Princess dimostra” che c’è stata “una diffusione del contagio anche da parte degli asintomatici”.
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