Fin dal su annuncio, l’app Immuni è stata attaccata dai vari complottari imbecilli che sostengono – senza alcuna prova – che l’app sia frutto di un complotto del Governo per controllarci tutti e, in nome della difesa della privacy, hanno iniziato una campagna per impedire che l’app di tracciamento venisse scaricata dai cittadini.
L’app Immuni non invade minimamente la privacy: è una fake news inventata a tavolino che l’app entri nei contatti del telefono e rubi i dati sanitari: Immuni affida al segnale bluetooth del proprio telefono un codice random (niente nomi e cognomi) che comunica con gli altri telefoni e manda una notifica nel caso si sia nelle vicinanze di un codice ‘infetto’. Come fa l’app a sapere se siamo infetti o no? Perché glielo comunichiamo noi: l’app non costringe a fare nulla ed è talmente protetta che è addirittura impossibile fare uno screenschot del proprio schermo quando è attiva (provare per credere).
Insomma, una marea di idiozie paranoiche hanno compromesso quello che poteva essere un modo per tracciare l’epidemia. Questo è il risultato di una continua e costante erosione della fiducia nel Governo e dell’influenza che hanno le teorie complottiste più disparate.
Solo 3 milioni e mezzo di italiani hanno scaricato Immuni, rendendo l’app praticamente inutile. Non è peraltro una situazione solo italiana: “La Francia è nella situazione dell’Italia- ha spiegato Andrea Lisi, avvocato, esperto di informatica e cultura digitale, intervenuto sull’argomento a Il Mattino di Radio1 – In Germania invece ci sono numeri incoraggianti perché in pochi giorni sono arrivati a circa 10 milioni. Vuol dire che qui c’è qualche problema nella comunicazione, perchè finora non si è riusciti a fare capire l’utilità della app”.
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