Porrajmos, l'Olocausto dei Rom che pochi vogliono ricordare
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Porrajmos, l'Olocausto dei Rom che pochi vogliono ricordare

Era il 2 agosto 1944; 3mila uomini, donne e bambini radunati nello Zigeunerlager (il lager degli zingari) furono sterminati ad Auschwitz-Birkenau dai nazisti.

Porrajmos, lo sterminio nazista di Rom e Sinti
Porrajmos, lo sterminio nazista di Rom e Sinti
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Riccardo Cristiano Modifica articolo

3 Agosto 2020 - 10.01


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Come capire la lezione del 2 agosto appena trascorso? Io direi che il modo migliore per capirla sia quello di guardare bene il calendario. Il 2 agosto arriva ogni anno, quest’anno due arrivato e appena trascorso il 2 agosto  del 2020. Ma quanti di noi ieri hanno speso una parola per i Rom? Purtroppo infatti ieri eravamo a 76 anni dal 2 agosto 1944, quando 3mila uomini, donne e bambini radunati nello Zigeunerlager (il lager degli zingari) furono sterminati ad Auschwitz-Birkenau.

In questo anniversario la segretaria generale del Consiglio d’Europa si è rallegrata che un numero crescente di paesi europei riconosca la Giornata europea di commemorazione dell’Olocausto Rom.

Dunque la prima morale da trarre è che 76 anni non sono stati sufficienti a tutti i paesi europei ad avvertire questo riconoscimento come una propria esigenza. Per quanto le cifre esatte non siano state fissate, quasi tutta la storiografia europea fissa in cinquecentomila i rom trucidati durante la seconda guerra mondiale. Perché questa evidenza non impone, 76 anni dopo, di avvertire questa piaga come una nostra ferita e quindi un nostro dolore da commemorare?

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La diffusione di una giornata di commemorazione dedicata alla memoria di quanto accadde all’interno dell’immensa tragedia dell’Olocausto a Rom e Sinti è opportuna per tutti e soprattuto per noi, ancora tormentati dall’ignoranza e dall’antiziganismo nell’inconsapevolezza  che il regime fascista ebbe una specifica politica razziale diretta contro gli zingari che si radicalizzò a partire dal 1938 e che arrivò alla deportazione nei lager del Terzo Reich dei rom di cittadinanza italiana ai tempi della Repubblica di Salò.

Perdurando invece il pregiudizio e lo stigma nei loro confronti diviene tanto grave quanto rilevante leggere nell’intervento della segretaria del Consiglio Europeo che solo recentemente il Comitato dei Ministri ha raccomandato ai 47 membri del Consiglio d’Europa di insegnare la storia dei Rom e dei Viaggianti nelle scuole. Perché attendere così tanto tempo? Perché ancora non è così? La consapevolezza umana e storica di cosa accadde realmente a Rom e Sinti come potrebbe altrimenti diventare diffusa nei nostri Paesi? Il gravissimo permanere e persino aggravarsi dell’antisemitismo ci dice che la denuncia e gli sforzi culturali non bastano, ma ci dice anche quanto sia importante aumentarli, non contenerli. Quanti di noi conoscono il termine Porrajmos, il vocabolo che in romanes indica lo sterminio di Rom e Sinti?

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Il messaggio divulgato proprio ieri  dalla Commissione Europea, nel quale si legge che “dobbiamo sostituire l’odio contro i rom con l’apertura e l’accettazione, la brutalità con la verità sull’Olocausto” è arrivato? E’ stato divulgato? Ha avuto ragione il presidente del parlamento, David Sassoli, a dire che “la memoria non è mai un atto vuoto ma richiede sforzo e volontà costanti.” E’ proprio quello non c’è mai stato, tanto che l’Olocausto rom è ignorato, come fa intendere chiaramente la raccomandazione del Consiglio d’Europa d’insegnare la storia dei Rom e dei Viaggianti.

Certamente il 2 agosto in Italia è il giorno della strage di Bologna, ma questo non toglie che una commemorazione dell’Olocausto dei Rom farebbe bene alla nostra società. Immersa in una desolante egemonia culturale del nuovo credo etnicista, suprematista, all’Italia farebbe bene sapere che esiste un solo popolo che rivendica un’identità senza rivendicare una spazio territoriale proprio: i rom. Un popolo esiste dentro di sé, non nell’esclusivo controllo di un territorio. I rom, con la loro cultura, continuano ad essere vittime di pregiudizio, di discriminazione, di odio. Conoscerne la storia, capire che tanti di loro sono rom ma anche cittadini italiani, ci farebbe bene soprattutto per capire chi siamo e che sfide abbiamo davanti.

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Recuperare nella nostra narrazione nazionale la persecuzione fascista di Rom e Sinti (italiani) sarebbe importante? Certamente lo sarebbe per modificare il nostro disprezzo. Poi, quando arriverà il giorno in cui, doverosamente, si istituirà la giornata della memoria dei morti abbandonati in mare mentre tentavano di fuggire dai criminali della Guardia costiera libica, ci sarà più facile aderire e capire che quei morti sono stati abbandonati anche perché non avevamo voluto sapere che cosa era successo ai Rom tanti anni fa non solo in Germania ma anche qui da noi, in Italia.

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