Gli esperti: "Solo il vaccino potrà assicurare l'immunità di gregge"
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Gli esperti: "Solo il vaccino potrà assicurare l'immunità di gregge"

In quattro mesi di pandemia poco più di 1 milione di italiani sono stati infettati. Ben lontani da quel 70% necessario perché si possa parlare di immunità di gregge

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5 Agosto 2020 - 08.18


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Luca Richeldi, pneumologo e componente del comitato tecnico-scientifico per il Coronavirus, non è rassicurato dal dato secondo cui il 2,5% della popolazione, equivalente a 1 milione 482 mila italiani, è entrato in contatto con il virus. Secondo Richeldi, il numero degli immuni è piccolo: “Appena una minima parte dei cittadini ha incontrato il virus eppure gli effetti sono stati catastrofici con oltre 35 mila morti. Un prezzo troppo alto da pagare. La gran parte della popolazione non si è contagiata ed è a rischio. Siamo lontani anni luce dall’immunità di gregge, ossia dallo scudo creato dal fatto di essere circondati da persone che già si sono infettate. Ecco perché bisogna continuare più che mai a rispettare le regole: mascherina, igiene delle mani, distanza di un metro”.
“Nelle malattie infettive in genere l’immunità di gregge si raggiunge con almeno il 70% e oltre. Solo il vaccino potrà assicurare una certa sicurezza, tenendo conto che ogni vaccino – se non garantisce la protezione al 100% – attenua comunque i sintomi dell’infezione”.
I virologi sono più o meno tutti d’accordo: la famosa immunità di gregge si raggiunge con almeno il 70% della popolazione contagiata e solo il vaccino può assicurare una tale copertura. Spiega Burioni: “È impossibile raggiungere l’immunità di gregge tramite l’infezione naturale. La grandissima parte della popolazione (sopra l’80%) non è entrata in contatto con il virus, anche nelle zone dove il virus ha avuto una intensa circolazione. Questo – precisa – è accaduto anche nelle nazioni, come la Svezia, dove non c’è stato un lockdown particolarmente severo”.
“Avete sentito sicuramente diversi politici (per fortuna non italiani) auspicare il raggiungimento dell’immunità di gregge attraverso la diffusione dell’infezione naturale da coronavirus – ricorda il virologo – Uno studio recente apparso su ‘Lancet’ indica che questa strada non è percorribile”. “Infatti, mentre in Italia le indagini sierologiche vanno a rilento, iniziano a essere pubblicati i dati riguardo alla sieroprevalenza (ovvero il numero di persone che hanno nel loro sangue gli anticorpi contro il coronavirus) in zone dove l’epidemia è stata particolarmente intensa”.

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