Sergio Pillon, esperto di telemedicina del gruppo di lavoro sulle tecnologie al contrasto del Covid dell’Iss ha fortemente criticato l’App Immuni per il suo funzionamento obsoleto: “Il tampone andrebbe inserito in un sistema automatico, noi lo chiamiamo big data, in cui i dati si incrociano. È possibile che una App debba avere come passaggio la telefonata all’Asl per comunicare i codici che poi vengono trascritti a penna su un foglio e inseriti in un pc? Siamo nel 2020, questo mi preoccupa. Capisco le leggi sulla privacy, ma la difesa estrema della privacy è andata contro il diritto ad essere curati. Trovo agghiacciante che una App non inserisca il codice automaticamente. Sono convinto che il sistema vada reso automatico”.
“Come Istituto superiore di sanità, nel gruppo del quale faccio parte, abbiamo valutato non l’App Immuni – ha precisato – che ha seguito un percorso diverso, ma la necessità di mettere in piedi dei pannelli di controllo, inclusa la rilevazione dei casi positivi e dei tamponi fatti, che siano completamente automatici. Il procedimento automatico è molto difficile da boicottare. Uno dei problemi, purtroppo, è anche la telefonata dell’Asl alla Regione che afferma quanti sono i tamponi che sono stati fatti, questo è il vero vulnus, cioè la manualità del processo”, ha aggiunto Pillon parlando del tracciamento dei positivi.
La App Immuni funziona ancora 'con carta e penna', l'esperto: "Preoccupante, nel 2020"
Parla Sergio Pillon, esperto di telemedicina: "La difesa estrema della privacy non può andare contro il diritto di essere curati, è agghiacciante"
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17 Ottobre 2020 - 10.40
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