di Antonello Sette
Simonetta Matone, è noto a tutti il suo impegno per i diritti femminili. Le chiedo quale è in questo momento il suo stato d’animo per il dramma delle donne afghane, che saranno costrette a vivere nelle condizioni disumane imposte dai talebani?
Lo scandalo vero è che nessuno se ne è mai occupato, accusa l’ex magistrato candidato a vicesindaco dii Roma rispondendo all’Agenzia SprayNews. Il tabù di questi anni è donne e islam. Purtroppo, il dramma dell’Afghanistan ha reso evidentissimo il problema. I talebani cambieranno la denominazione dell’Afghanistan in Emirato Islamico. Questo emirato islamico è uno Stato dove i diritti delle donne sono calpestati, cancellati. E’ il Medioevo che avanza. E’ scandaloso che le varie dame, che stanno sempre con il ditino alzato, non abbiamo detto nulla. Io non leggo nulla né sui social né sulla stampa. in relazione a quello che sta accadendo. Non mi risulta che ci siano donne nelle piazze a gridare il loro sdegno e la loro solidarietà. Hanno fatto un’ira di dio per il Me Too, che era un fenomeno sopravvalutato e, secondo me, un falso problema, mentre nessuno ha detto nulla in questi anni sul rapporto fra le donne e l’islam. Le rare volte che le donne sono scese in piazza in favore delle donne islamiche, alle manifestazioni non ci mai andato nessuno, tantomeno le solite note. Questo è, detto con una sola parola, uno schifo.
Passiamo all’attualità romana. Come sta andando la campagna elettorale?
Sta andando molto bene. E’ estremamente faticosa, ma nel contempo di grande soddisfazione perché vediamo che c’è veramente una grande voglia di cambiamento.
E’ ottimista?
Sì, sono ottimista. Vedo tanto consenso, tanti sorrisi, tante persone che mi fermano incoraggiandomi. Ci sono una serie di segnali estremamente positivi che spero siano confermati dalle urne.
A Roma non si vota solo per eleggere il nuovo Sindaco. Si vota anche per un seggio alla Camera dei Deputati nelle elezioni suppletive del collegio di Roma Privalle a cui si è candidato l’ex Presidente dell’Associazione Magistrati Luca Palamara. E’ una scelta condivisibile?
Io penso che Palamara paghi il prezzo di colpe non solo sue, ma anche di molte altre persone. Io non l’ho mai amato perché non ho mai fatto parte del giro delle correnti e ci tengo a precisare che i miei importantissimi incarichi a livello di governo, sono derivati sempre da un rapporto diretto con i ministri che me li hanno conferiti. Mai, dico mai, passando attraverso il vento delle correnti. Detto questo, non trovo giusto che paghi lui un prezzo che dovrebbe essere pagati tutti quelli che erano interni al Sistema e trovo grave che null’altro sia accaduto dal punto di vista disciplinare. Che l’unico a pagare sia Palamara lo trovo enorme e abnorme.
La candidatura può essere un’occasione per ribadire quantomeno questa inaccettabile disparità?
Sulla candidatura sono personalmente perplessa. Non credo che si possa uscire da questo impasse attraverso una candidatura. Sono, però, in ogni caso, scelte personali che non mi permetto di commentare e di criticare.