Dagli Usa all'Italia: viaggio nel mondo QAnon, il "virus" nero che minaccia la democrazia
Top

Dagli Usa all'Italia: viaggio nel mondo QAnon, il "virus" nero che minaccia la democrazia

Si scrive QAnon. Si legge fascismo. Fascismo made in Usa. Non si tratta di “sciamani” o fenomeni folcloristici, ma di qualcosa di ben più inquietante. Un fenomeno in crescita anche in Europa. E in Italia.

Negazionisti
Negazionisti
Preroll

Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

12 Ottobre 2021 - 12.57


ATF

Si scrive QAnon. Si legge fascismo. Fascismo made in Usa.. Non si tratta di “sciamani” o fenomeni folcloristici, ma di qualcosa di ben più inquietante. E non solo per l’America. Un fenomeno in crescita anche in Europa. E in Italia.

A darne conto è un report di uno dei più autorevoli studiosi dei movimenti fascisti americani: il professor Alexander Reid Ross docente alla Portland State University, autore di Against the Fascist Creep (AK Press, 2017).

Premessa esplicativa: La lettera Q si riferisce alla Q-clearance, presunto livello massimo di autorizzazione all’accesso di fonti top-secret nel governo americano. In realtà lo usa solo il dipartimento dell’energia. Anon significa Anonymous, anonimo. Ci sono dentro il bianconiglio di Alice e la pillola rossa di Matrix. Il racconto è pieno di indizi e senza vere prove. I simboli sono presi un po’ dappertutto: dalla bandiera sudista, alle corna nordiche passando per i supereroi.

Cospirazionisti crescono

“Emersa dalle paludi febbrili di 4Chan e YouTube nel novembre 2017, la comunità della teoria della cospirazione QAnon si è diffusa rapidamente dalla frangia dei pazzi al mainstream dei pazzi – esordisce il professor Reid Ross – Alcuni commentatori suggeriscono che abbia tutte le caratteristiche di un culto politico laico.

Promette ai suoi seguaci la salvezza finale, la creazione di un’utopia di unione umana, di pace e di amore, realizzata attraverso una brutale repressione militare contro lo ‘Stato profondo’. E anche se può sembrare uno spettacolo secondario, il fenomeno Q potrebbe dirci di più sulla vita politica di quanto la maggior parte dei commentatori non riconosca.

QAnon è una teoria cospirativa tentacolare e mutevole che ha iniziato la sua vita come un intruglio ultra-frangente nelle bacheche online amate dall’alt-destra, ma che ora è presente in piattaforme più mainstream come Twitter, Facebook, YouTube e Reddit. 

I credenti della ‘Q’ assegnano alla loro visione apocalittica del mondo il termine ‘il Grande Risveglio’, una chiara invocazione della storia del messianismo religioso negli Stati Uniti. Come ogni buona teoria della cospirazione, danno la colpa del crimine e della povertà ai ‘criminali’, conosciuti alternativamente come ‘Stato profondo’ e ‘cabala’. Non c’è da stupirsi che ci sia una forte vena di antisemitismo nel mondo QAnon. 

Radiografia dei gruppi dell’odio

 A luglio 2020 il direttore della polizia federale, Christopher Wray, ha assicurato che erano state aperte 850 inchieste per “terrorismo interno” e che i suoi agenti avevano effettuato cento arresti.

Di questo universo impastato di odio antisemita fa parte John Earnest, il diciannovenne autore dell’attacco, il 28 aprile 2019, alla sinagoga di Poway, nella contea di San Diego, California, che ha provocato un morto e tre feriti. Come i suoi “eroi” anche Earnest ha postato prima dell’attacco il suo “manifesto”. 

Il manifesto di Earnest è zeppo di dichiarazioni d’odio contro ebrei, musulmani, africano-americani, ispanici, immigrati e femministe, così come altri gruppi e minoranze. Ogni ebreo è responsabile del genocidio meticolosamente pianificato della razza europea, delira il diciannovenne terrorista. Earnest ripropone anche la teoria, molto popolare negli ambienti di estrema destra americani, del “complotto giudaico”, e cioè del piano pilotato dagli ebrei di “sostituire” americani bianchi con immigrati provenienti da altri paesi. Nel documento, scrive il Washington Post, Earnest rivendica di aver dato fuoco a una moschea nella località californiana di Escondido, a poche miglia dalla sinagoga in cui è avvenuta la sparatoria. Gli estremisti del white power si passano il testimone, indicano a chi li vuole seguire cosa fare. 

Gli attentatori suprematisti amano l’esibizione mediatica, agiscono rivolgendosi sempre a un’audience a un pubblico che credono ricettivo alle loro idee, hanno sempre contatti con gruppi più o meno radicali. E a quel mondo appartiene anche Christopher Paul Hasson, 49 anni, tenente della Guardia costiera americana, arrestato nella cittadina di Silver Spring in Maryland con la grave accusa di terrorismo interno. A fermarlo l’Fbi e i servizi investigativi della Guardia costiera dopo che un’indagine federale aveva portato alla luce un piano criminale per un attacco terroristico su larga scala contro civili e personaggi noti. Nel mirino anche una lista di giornalisti e politici democratici. 

La rete del terrore si radica

Tra le personalità della lista vi erano la Speaker, riconfermata,  della Camera Nancy Pelosi, il leader dell’opposizione democratica al Senato Chuck Schumer, la deputata newyorkese Alexandria Ocasio-Cortez, ma anche i giornalisti della Cnn Don Lemon e Chris Cuomo e della MsnbcChris Hayes e Joe Scarborough. Nell’abitazione di Hasson, non distante da Washington, gli inquirenti hanno ritrovato una consistente scorta di quindici armi da fuoco e migliaia di munizioni, ma anche steroidi e ormoni. Rinvenuti nel suo computer lettere e documenti impregnati di odio e piani omicidi.

Nella cronologia delle sue ricerche in rete c’erano “il miglior posto a Washington per vedere persone del Congresso” o anche “i giudici della Corte Suprema hanno la scorta?”. L’uomo, che si è autodefinito un nazionalista bianco e filo-russo, era ossessionato da neofascismo e neonazismo. Hasson aveva anche studiato il manifesto di Anders Behring Breivik, il suprematista norvegese di cui era un ammiratore e che nel 2011 uccise 77 persone. Secondo la documentazione raccolta dalle forze dell’ordine e depositata al tribunale distrettuale del Maryland, l’obiettivo finale era quello di “stabilire una patria bianca”. 

Attualmente sono 1124 i gruppi razzisti che sostengono idee come la supremazia bianca basata sulla teorica superiorità di questa razza su africano-americani, ispanici, arabi o ebrei. Queste credenze, basate sull’odio, hanno fondamenta politiche e sociali che a volte partono da una base religiosa spesso legata al cristianesimo fondamentalista. Nel biennio 2018-2019 secondo i dati americani, il sessanta-settanta per cento degli omicidi di stampo politico, ideologico o religioso sono stati messi in atto da suprematisti bianchi o da gruppi di estrema destra, neonazisti. E sono largamente superiori a quelli commessi dagli estremisti islamici.

È stato stimato che un numero tra le 150mila e le 200mila persone s’iscrivono a pubblicazioni razziste, partecipano alle loro marce e manifestazioni e donano denaro. Circa centocinquanta programmi radiofonici e televisivi indipendenti sono trasmessi settimanalmente e raggiungono centinaia di migliaia di simpatizzanti.

Saint Tarrant, il nuovo cavaliere crociato che “pulisce il mondo dalla feccia musulmana”. Ma anche James Mason, un membro del partito neonazista americano che idolatrava Hitler e Charles Manson, ispiratore del gruppo Atomwaffen, sospettato di diversi omicidi. O ancora il norvegese Andres Breivik, autore della strage di Utoya, o lo youtuber da 53 milioni di follower PewDiePie, accusato di antisemitismo. Sono questi gli eroi dei lupi solitari di destra che si radicalizzano in rete, nei canali come 8chan trovano manifesti preconfezionati per motivare le loro azioni e sul deep web comprano armi, abbigliamento militare per entrare in azione, magari utilizzando bitcoin per evitare di essere rintracciati o per finanziare le loro ricerche “sul campo”.

Negli Usa, i suprematisti bianchi sono cresciuti di numero dopo le presidenziali del 2016. Alcuni appartengono al gruppo Vanguard America, usano slogan razzisti, iconografie connesse a simboli del passato e ora sulla loro divisa, polo bianca e pantaloni kaki, molti hanno aggiunto il cappellino rosso con la scritta “Make America Great Again”, motto della campagna elettorale di Trump. Un’immagine che ha creato imbarazzo per la Casa Bianca.

Altro gruppo in crescita è quello dei Proud Boys, in prima linea nelle manifestazioni violente di queste settimane. E’ il gruppo che più si è impegnato nell’organizzare la guerriglia di Washington e l’attacco a Capitol Hill. 

All’interno del movimento bianco suprematista, i gruppi neonazisti hanno registrato la crescita maggiore, aumentando del 22 per cento. I gruppi anti-musulmani sono saliti per un terzo anno consecutivo. In South Carolina, ad esempio, secondo il Southern Poverty Law Center, operano almeno diciannove “hate groups”, cioè i gruppi che fanno dell’odio la propria cifra. Tra quelli che operano attivamente sono compresi: neonazisti, miliziani del Ku Klux Klan, nazionalisti bianchi, neoconfederati, teste rasate di taglio razzista, vigilanti frontalieri. I gruppi neonazi nel 2008 erano 159, otto anni dopo sono saliti a 1384. Tra i più attivi: American Front, American Guard, Hammerskins, National Alliance, National Socialist American Labor Party, National Socialist Vanguard, Nsdap/Ao, White Aryan resistance. Un altro gruppo suprematista bianco, neonazista e neofascista in ascesa è il Patriot Front, nato da una scissione di una sigla analoga, Vanguard America, dopo il raduno suprematista “Unite the right” del 2017 a Charlottesville, in Virginia. Durante l’evento, un neonazista lanciò la sua auto su contro-manifestanti uccidendo una giovane donna.

Il suprematismo bianco viaggia anche sul web. Un recente studio del Simon Wiesenthal Center ha identificato più di dodicimila gruppi di odio xenofobo e antisemita sul web. La League of the South sul proprio sito avverte: “Se ci chiamerete razzisti, la nostra risposta sarà: e allora?”. 

Gli anon made in Italy

Di grande interesse è il report per La Stampa a firma Michele Sasso “Nel nostro Paese è presente con alcuni gruppi Facebook (Veleno Q Italia Anon Group) e Telegram (QAnons Italia,oltre 10mila iscritti al canale). E poi su Twitter, con QanonItalia, che conta più di 4mila follower e poi QAnon_seventeen con 1900 follower. Su YouTube, il canale Qlobal-Change Italia ha 25 mila iscritti e su Facebook, negli ultimi mesi, sono nate pagine come QAnon Italia e The Q Italian Patriot e tantissime altre che aprono (e qualche volta chiudono) per aggirare le regole degli amministratori. È stato creato anche il sito QAnon.it che «pubblica contenuti legati a QAnon in italiano e in altre lingue oltre a fornire i link a siti, account di social media e gruppi QAnon nazionali e internazionali».

Proprio QAnon.it ha apre il sito con una foto della «Svolta» del 6 gennaio 2021 e le bufale rimbalzate dall’altra parte dell’oceano: «Gli episodi di violenza si sono verificati a causa di infiltrati Antifa».

Le ricostruzioni delle infiltrazioni del network americano di sinistra “Antifa” sono le più gettonate, così come i video che incitano all’azione.E poi il messaggio sulla “reale” situazione: «È ora di riposare. Sono dovuto restare sveglio per assistere alla conclusione del più grande tentativo di furto della storia. Ora è un crimine compiuto. Molti traditori saranno arrestati e imprigionati nei prossimi giorni. Il presidente Donald J. Trump sarà in carica per altri 4 anni!!!». Con ogni probabilità partito come una burla, QAnon ha giocato un ruolo importante nella campagna elettorale americana e sta mettendo in difficoltà gli amministratori delle grandi piattaforme social ed è a tutti gli effetti una rete – o una setta – globale che vede tra i suoi nemici anche i media mainstream.”, rimarca Sasso.

Il Continente nero

Lo radiografa con puntigliosità documentarista Francesca Bormioli per Italiaoggi: “Il successo di QAnon in Europa è stato facilitato da diversi ”guru” cospirazionisti, sostenuti dai network di estrema destra. Uno dei più influenti è Oliver Janich: l’uomo ha riscosso molto successo (e si è perfino arricchito) rilanciando in particolare un filmato che mostrava un antico mito antisemita del XV secolo, collegandolo con un altro, la raccolta di adrenocromo, una potente quanto immaginaria droga da cui Hillary Clinton sarebbe dipendente.

”Il valore aggiunto di QAnon è quello di offrire una metanarrazione che mette insieme le teorie del complotto più note, ricollegandosi a fatti rimasti bloccati nel dibattito pubblico”.

Un altro movimento che ha aiutato la diffusione di QAnon in Europa è il Reichsbürger (”cittadini del Reich”) i cui adepti sostengono che il regime nazista, ancora esistente, è minacciato dallo stato tedesco. Il tutto e’ intensificato dalla pandemia di Covid-19, dalle numerose incertezze che alimenta e dalla quantità  di tempo trascorso davanti agli schermi durante il lockdown.Tutti elementi che hanno costituito un potente trampolino di lancio per QAnon.

In Europa, QAnon fa sistematicamente leva sulle teorie anti-elitiste, mentre negli Stati Uniti è riuscita a instaurare un rapporto diretto con la dimensione religiosa”, spiega la ricercatrice Iris Boyer di ISD Global.

Due avvenimenti in particolare hanno rallentato, invece, l’ascensione dei complottisti in Europa: l’attacco al Campidoglio di Washington nel gennaio 2021 da parte dei sostenitori di Donald Trump, tra cui gli adepti di QAnon, e il giuramento del nuovo presidente Joe Biden. Al primo episodio è  seguita la chiusura in massa di tutti gli account online degli “anon” – i seguaci di “Q”. Dopo il secondo, invece, si è  palesata una grande disaffezione di una parte dei seguaci di QAnon, delusi che, con la sconfitta del loro candidato, non si fosse concretizzata la ”Grande tempesta”. In Europa, gli anon più radicali a quel punto si sono infiltrati di soppiatto nei gruppi online che si interessano per esempio alle medicine alternative e a diffondere le tesi no-vax. Secondo la teoria del ”Grande Reset”, un gruppo di potenti in tutto il mondo avrebbe orchestrato la pandemia per assumere il controllo dell’economia. Sul servizio di messaggistica Telegram, i gruppi più importanti di lingua tedesca restano pur sempre i gruppi QAnon. Altri usano VKontakte, il social network russo, come alternativa. Roberto Bui, del collettivo Wu Ming, è un osservatore esperto di questo movimento. Avversario feroce delle tesi di QAnon, ha collaborato di ”Q”, romanzo pubblicato nel 1999 e considerato la fonte di ispirazione dei messaggi del misterioso ”Q” su 4chan. Bui fa presente che il movimento si sta trasformando: ”Dopo l’assalto al Campidoglio di Washington, la maggior parte delle persone non rivendica piu’ la propria appartenenza a QAnon. Siamo passati a una fase post-QAnon. Adesso, se non utilizzate più la denominazione QAnon, vi sarà più facile reclutare seguaci”, spiega.

Un po’ come padre Livio Fanzaga che, sulla religiosissima emittente Radio Maria, diffonde le teorie di QAnon evocando le cabale segrete dei satanisti senza tuttavia nominare il movimento. In Italia QAnon prospera nelle frange di estrema destra della Chiesa. Come nel resto d’Europa, il movimento ha tratto beneficio anche dagli ambienti esoterici e New Age: la cosa è  apparsa chiara in occasione della manifestazione del primo agosto 2020 a Berlino, quando i manifestanti che si opponevano alle restrizioni per il Covid hanno minacciato l’assalto al parlamento federale”, annota ancora Bormioli.

Basta e avanza per cogliere la pericolosità di un fenomeno tutt’altro che residuale o folcloristico. Qanon è tra noi. Ed è un virus letale per la democrazia.

 

 

Native

Articoli correlati