Il preoccupante rapporto dell'Unicef: nella Ue si contano tre suicidi al giorno tra i giovanissimi
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Il preoccupante rapporto dell'Unicef: nella Ue si contano tre suicidi al giorno tra i giovanissimi

Circa 1.200 bambini e adolescenti fra i 10 e i 19 anni pongono fine alle loro vite ogni anno: è la seconda causa di morte. Preoccupazione anche in Italia per i problemi mentali tra i teenager

Una giovane ragazza
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15 Ottobre 2021 - 11.20


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Un dato da non prendere sotto gamba: sono numerosi dai quali ripartire per impostare una politica di supporto per i giovani.

In Europa 9 milioni di adolescenti (tra i 10 e i 19 anni) convivono con un disturbo legato alla salute mentale e il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani, con 3 ragazzi al giorno che si tolgono la vita. Circa 1.200 bambini e adolescenti fra i 10 e i 19 anni si suicidano ogni anno.

E’ quanto emerge da un report dell’Unicef. Solo gli incidenti stradali causano più decessi tra i giovani di quell’età. 

In Italia si stima che, nel 2019, il 16,6% dei ragazzi e delle ragazze fra i 10 e i 19 anni soffrano di problemi legati alla salute mentale, circa 956.000 in totale. Fra le ragazze, la percentuale è maggiore (17,2%, pari a 478.554) rispetto ai ragazzi (16,1%, pari a 477.518).

Mentre il Covid-19 continua a causare caos nelle vite, il Brief – un’analisi con focus sull’Europa del rapporto annuale dell’Unicef “La condizione dell’infanzia nel mondo: Nella mia mente” – fornisce anche dati preoccupanti sullo stress cui sono sottoposti.

La percentuale di suicidio nel 2019 fra i ragazzi è stimata di gran lunga maggiore rispetto alle ragazze, rispettivamente il 69% e il 31%, e la fascia di età più colpita è fra i 15 e i 19 anni (1.037 contro i 161 fra i 10 e i 14 anni).

La percentuale di problemi legati alla salute mentale per i ragazzi e le ragazze in Europa fra i 10 e i 19 anni è del 16,3%, mentre il dato globale nella stessa fascia di età è del 13,2%.

Le nazioni con la percentuale maggiore in Europa fra le 33 prese in esame sono: Spagna (20,8%), Portogallo (19,8%) e Irlanda (19,4%), mentre quelle con la percentuale minore si trovano principalmente in Europa orientale: Polonia (10,8%), Repubblica Ceca (11%), Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia (11,2%).

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