Giorgio Palù, presidente dell’Aifa, fa alcune importanti considerazioni sulle origini ma anche sul futuro del Coronavirus.
“Certamente il Covid-19 rimarrà con noi” mi dice Giorgio Palù. ”È il destino di tutti i virus pandemici. Come rimarrà? Non lo sappiamo con certezza, molto probabilmente in forma endemica. L’unico confronto possibile è con le pandemie da virus respiratori del passato: nel secolo scorso, quando avemmo le tre pandemie di influenza (la spagnola nel 1918, l’asiatica nel 1957, la Hong Kong nel 1968), il mondo era abitato, rispettivamente, da 1,7, 2,5 e 4 miliardi di persone. Oggi siamo a 8. Ma allora il virus non raggiungeva nicchie di popolazione isolate. Oggi il Covid è arrivato in Antartide”.
Il presidente dell’Aifa parla poi dell’immunità di gregge, descrivendola come un obiettivo non realizzabile:
“Non è possibile in un mondo globalizzato, con l’Africa non vaccinata e i casi che continueranno a crescere. Potremmo inoltre assistere a un ping pong tra uomo e animali. Il Coronavirus è il virus più diffuso tra gli animali e sono almeno dieci le specie in cui può insediarsi il Sars-CoV-2. I danesi hanno sterminato 20 milioni di visoni, ma non è sufficiente. Con il morbillo e la poliomielite, bastava vaccinare il 90 per cento della popolazione per avere l’immunità di gregge nei Paesi colpiti. Oggi, con il Covid e circa 2 miliardi di persone vaccinate e due terzi di mondo che non lo sono, la missione è impossibile, perché non ce la faremo mai a vaccinare il 90 per cento di una popolazione che viaggia da un continente all’altro”.