Il fisico Roberto Battiston, dell’Università di Trento e coordinatore dell’Osservatorio dei dati epidemiologici in collaborazione con l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) non è ottimista: dalla sua analisi emerge che “l’epidemia è presente, come un fiume in piena, contenuto da argini abbastanza alti grazie in particolare al vaccino. In alcuni casi, però, gli argini potrebbero non essere abbastanza robusti di fronte a comportamenti sociali poco attenti e a un numero non sufficiente di vaccinazioni. In questi casi – ha detto Battiston – il fiume potrebbe cominciare a tracimare, sta accadendo in Alto Adige, dove la percentuale di vaccinati è molto bassa, o a Trieste, dove l’incidenza è arrivata a 625 in seguito agli assembramenti per le manifestazioni”.
“Non appena si smantellano gli argini o non si costruiscono abbastanza alti, l’acqua tracima”. E’ perciò “necessario rafforzare gli argini” e per fare questo “gli strumenti principali sono vaccinazioni, in particolare la terza dose e comportamenti, in particolare l’uso rigoroso del green pass”. Al momento, ha aggiunto, “nessuno sa dire quando queste misure arriveranno a piegare la crescita; se questo accadrà in dicembre tanto meglio: se non accadesse nulla che rallenti la crescita, a Natale potremmo arrivare a 25.000-30.000 nuovi casi al giorno e di conseguenza ad iniziare ad avere un impatto pesante a livello nazionale sul carico sanitario, con l’attivazione a livello regionale delle limitazioni previste”.
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