Il monito di Francesco: "Il cristiano non può indossare la maschera che più conviene"
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Il monito di Francesco: "Il cristiano non può indossare la maschera che più conviene"

Francesco in piazza San Pietro: "Non si fa la doppia vita. Peccatori siamo tutti, corrotti mai"

Il monito di Francesco: "Il cristiano non può indossare la maschera che più conviene"
Papa Francesco
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21 Novembre 2021 - 12.23


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Parole che ancora una volta sono riservate ai sedicenti cristiani, ossia a quelli che usano il crocifisso come una clava e a coloro che usano la religione per convenienza e non confessione.

 “La vita del cristiano non è una recita dove si può indossare la maschera che più conviene. Perché quando Gesù regna nel cuore, lo libera dall’ipocrisia, dai sotterfugi, dalle doppiezze. La miglior prova che Cristo è il nostro re è il distacco da ciò che inquina la vita, rendendola ambigua, opaca, triste. Certo, con i limiti e i difetti dobbiamo sempre fare i conti: tutti siamo peccatori. Ma, quando si vive sotto la signoria di Gesù, non si diventa corrotti, falsi, inclini a coprire la verità. Non si fa la doppia vita. Peccatori siamo tutti, corrotti mai”.

Così Papa Francesco nell’Angelus da Piazza San Pietro.

“Cristo, davanti a Pilato, dice di essere re nel momento in cui la folla è contro di Lui, mentre quando lo seguiva e lo acclamava aveva preso le distanze. Gesù si dimostra, cioè, sovranamente libero dal desiderio della fama e della gloria terrena. E noi – prosegue Francesco – chiediamoci, sappiamo imitarlo in questo? Sappiamo governare la nostra tendenza a essere continuamente cercati e approvati, oppure facciamo tutto per essere stimati da parte degli altri? In quello che facciamo, in particolare nel nostro impegno cristiano, mi domando cosa conta? Contano gli applausi o il servizio?
Gesù non soltanto rifugge da ogni ricerca di grandezza terrena, ma rende anche libero e sovrano il cuore di chi lo segue”.

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“Egli, cari fratelli e sorelle, ci libera dalla sudditanza del male. Il suo Regno è liberante, non ha nulla di opprimente. Egli tratta ogni discepolo da amico, non da suddito.

Cristo, pur essendo al di sopra di tutti i sovrani, non traccia linee di separazione tra sé e gli altri; desidera invece avere fratelli con cui condividere la sua gioia. Seguendolo non si perde nulla, ma si acquista dignità. Perché Cristo non vuole attorno a sé servilismo, ma gente libera. E, chiediamoci ora, da dove nasce la libertà di Gesù? Lo scopriamo tornando alla sua affermazione di fronte a Pilato: ‘Io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità’. La libertà di Gesù – dice il Papa – viene dalla verità. È la sua verità che ci fa liberi. Ma la verità di Gesù non è un’idea, qualcosa di astratto: è una realtà, è Lui stesso che fa la verità dentro di noi, ci libera dalle finzioni e dalle falsità che abbiamo dentro. Stando con Gesù, diventiamo veri”.

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