In risposta all’allarmismo mediatico legato alla nuova variante ‘sudafricana’, una variante con 32 mutazioni identificata in Sudafrica che l’Oms sta monitorando a causa del suo alto livello di contagiosità, il virologo Roberto Burioni ha invitato alla calma su Twitter, scrivendo:
“Sulla nuova variante ancora non si sa sostanzialmente NIENTE. Per cui, fermo restando che bisogna stare all’erta, non fatevi prendere dal panico. Di varianti potenzialmente pericolose ne sono apparse (e sparite) molte nei mesi scorsi, speriamo che questa faccia la stessa fine”
“PS: ovviamente la prudenza è d’obbligo. Per cui fa benissimo il nostro paese a bloccare gli ingressi dalle zone dove è presente” conclude Burioni.
La variante B.1.1.529 è stata identificata per la prima volta in Botswana e un gruppo di ricerca ha scoperto che è in netto aumento nella provincia del Gauteng, dove sorge Johannesburg, città più popolosa del Sudafrica. La variante è stata trovata in 77 persone positive tramite tamponi effettuati tra il 12 e il 20 novembre e c’è quindi un’alta probabilità che nel frattempo la variante abbia continuato a diffondersi.
Le mutazioni presente sulla proteina Spike, che permette al virus di eludere le difese immunitarie delle cellule in modo da riprodursi, sono molte più di quelle della variante finora conosciuta come Delta. Ma non vuol dire necessariamente che la nuova variante sia più rischiosa delle precedenti.
La preoccupazione della comunità scientifica sta nel fatto che questa variante sembra essere molto diversa da quella su cui sono stati sviluppati i vaccini. Ma non sappiamo ancora se la variante sia effettivamente più in grado di eludere le difese del vaccino.
Come afferma Burioni, di varianti ultra-contagiose ne sono comparse tante: per esempio, sulla cosiddetta ‘Variante Beta’ si era fatto lo stesso tam tam mediatico e si erano usati gli stessi toni allarmistici, ma successivamente si era scoperto che in fondo non era così preoccupante. Tra l’altro, questa nuova variante è più rintracciabile dai test a nostra disposizione, quindi sarà più semplice monitorarla. E ancora, il mondo è molto cambiato negli ultimi due anni: gli strumenti di cui disponiamo sono molto più avanzati rispetto all’inizio della pandemia e in più abbiamo sviluppato diversi vaccini, che funzionano.
Insomma, è chiaro che bisogna stare all’erta: ma l’allarmismo può avere conseguenze molto negative, specie sull’economia, come dimostra il contraccolpo sui mercati asiatici e quello sui mercati occidentali che è previsto per le prossime ore. Va detto che la comunità scientifica non sta invitando a sottovalutare la nuova variante, che si chiamerà ‘Nu’ (dalla lettera greca ν): l’attenzione è alta perché è effettivamente più preoccupante delle precedenti. Ma sappiamo ancora davvero troppo poco per farci prendere dal panico.
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