Una presa di posizione chiara, forse impopolare verso alcuni I(limitati) settori della Chiesa ultra-tradizionalista e anti-Bergoglio (ovviamente) che hanno unito la loro battaglia contro una Chiesa più inclusiva e più vicina ai poteri a quella contro il vaccino o per minimizzare la stessa esistenza della pandemia.
Civiltà Cattolica, la rivista dei Gesuiti ha scelto di denunciare con forza la resistenza “anche aggressiva” e “violenta” dei no vax alla vaccinazione anti Covid. E dice stop alle “false teorie” cospirazioniste di chi vede nei vaccini il male, arrivando ad ipotizzare finanche la mano di Satana, come accade anche tra esponenti della Chiesa.
“In modo che continua a sorprendere, e anche a scandalizzare, – scrive padre Andrea Vicini, gesuita docente di teologia morale, nell’ultimo numero della rivista – a livello mondiale ha luogo oggi una resistenza, anche aggressiva e violenta, ai vaccini ora disponibili e alla possibilità di vaccinarsi, e quindi a proteggersi e a proteggere dall’infezione causata dal Covid-19 e, qualora si contragga l’infezione, ad avere sintomi ridotti”.
Il gesuita sottolinea che ” i ripetuti interventi del Papa, come pure di autorevoli voci ecclesiali, sociali, culturali, politiche e scientifiche, non sembrano in grado di favorire una ricezione positiva dei vaccini disponibili, come pure di invitare a una riflessione critica circa le prese di posizione”. Quindi l’anatema alle teorie complottiste: “Troppo spesso campagne di disinformazione e informazioni false seducono e fanno pensare che si stia vivendo una cospirazione globale, che il Covid non esista, che i vaccini introducano computer chips nel nostro corpo. Non sono rare le famiglie in cui alcuni membri sono vaccinati e altri non hanno alcuna intenzione di vaccinarsi, adducendo motivi vari, creando divisioni e separazioni e rendendo difficile il dialogo e la riflessione critica.
In queste situazioni, la salute e ciò che può proteggerla sembrano divenuti un bene personale, soggettivo e individuale, che è minacciato da quanto mira a promuovere la salute globale. Pare che il singolo possa preoccuparsi della sua salute – e solamente della sua – in modo autonomo e indipendente, a suo piacimento, come se la sua salute non dipendesse dalla salute altrui e da quella dell’intero Pianeta”.
“Inoltre, – annota il gesuita su Civiltà Cattolica – la ricerca della verità, decisioni prudenti e sapienti, riflessioni autocritiche e un esame attento delle fonti di informazione non sembrano essere più valori condivisi. Con rammarico, si osserva che chi cerca di vivere tali valori viene attaccato verbalmente nei social media e, nel contesto sociale, anche fisicamente. Infine, in molti casi la salute è politicizzata. Così proteggere e promuovere la salute individuale, delle popolazioni, dei più vulnerabili e dell’intera umanità è ridotto a una scelta di parte, informata da logiche partitiche, confondendo scelte sanitarie con approcci proposti da partiti o da gruppi di pressione motivati ideologicamente”.
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