Durante l’ultima udienza generale dell’anno Papa Francesco ha pregato per i migranti dando voce al suo dolore: lo ha definito uno scandalo sociale dell’umanità intera.
“E’ una realtà, quella dei migranti di oggi, davanti alla quale non possiamo chiudere gli occhi. E’ uno scandalo sociale dell’umanità”.
“Pensiamo a tutti i perseguitati, – dice a braccio – a quanti sono vittima di circostanze avverse, siano politiche, storiche o personali. Pensiamo a tanta gente vittima di guerre che vuole fuggire dalla sua patria e non può, pensiamo ai migranti che cominciano quella strada per essere liberi e finiscono sulla strada o nel mare, pensiamo a Gesù nelle braccia di Giuseppe e Maria fuggendo, e vediamo ognuno dei migranti di oggi”.
Bergoglio invita quindi fedeli e pellegrini a pregare per tutti i migranti, tutti i perseguitati e tutti coloro che sono vittime di circostanze avverse: San Giuseppe, tu che hai sperimentato la sofferenza di chi deve fuggire per salvare la vita alle persone più care, proteggi tutti coloro che fuggono a causa della guerra, dell’odio, della fame. Sostienili nelle loro difficoltà, rafforzali nella speranza e fa che incontrino accoglienza e solidarietà. Guida i loro passi e apri i cuori di coloro che possono aiutarli”.
Fratelli e sorelle vivono una ingiustizia
“Ancora oggi tanti nostri fratelli e tante nostre sorelle sono costretti a vivere la medesima ingiustizia e sofferenza. La causa è quasi sempre la prepotenza e la violenza dei potenti”, ha detto ancora il Papa.
La catechesi è incentrata sulla figura di San Giuseppe “come migrante perseguitato e coraggioso. Così lo descrive l’Evangelista Matteo.
Questa particolare vicenda della vita di Gesù, che vede come protagonisti anche Giuseppe e Maria, è conosciuta tradizionalmente come ‘la fuga in Egitto’. La famiglia di Nazaret ha subito tale umiliazione e sperimentato in prima persona la precarietà, la paura, il dolore di dover lasciare la propria terra. Ancora oggi tanti nostri fratelli e tante nostre sorelle sono costretti a vivere la medesima ingiustizia e sofferenza”.