di Azzurra Arlotto
Tunisi è un affascinante connubio tra il mondo arabo e quello mediterraneo, è una città ricca di cultura che in questi giorni viene esaltata ancora di più dal prologo dell’edizione del 2022 del Fortissimo Festival che nasce dalla collaborazione tra il Conservatorio Tchaikovsky di Catanzaro e Conservatorio di Musica di Ben Arous.
Il mondo culturale che offre Tunisi è però momentaneamente messo in ombra dalla situazione politica del Paese. Con il nuovo Presidente della Repubblica Kaïs Saïed il popolo tunisino ha iniziato a protestare per i nuovi provvedimenti presi da quest’ultimo. Nel giro di qualche mese Saieid ha infatti mandato a casa il Governo precedente, ha sciolto il Consiglio superiore della magistratura accusandolo di inadempienze, ha istituito un nuovo Esecutivo con a capo una donna (Najla Bouden) che però per assumere decisioni importanti deve avere il suo permesso e ha deciso di promulgare una nuova Costituzione in sostituzione di quella approvata, non molto tempo fa, dopo la primavera araba. Nel frattempo la situazione economica del Paese è andata ulteriormente peggiorando, complici la Pandemia e lo scoppio della Guerra in Ucraina con il relativo rincaro dei prezzi che ha colpito migliaia di famiglie in un periodo delicato come quello del Ramadan tenutosi lo scorso mese.
Nonostante queste difficoltà, la voglia di mostrare le proprie bellezze e di avere di nuovo persone da tutto il mondo tra le strade della Città, permette a Tunisi di affrontare la condizione in cui si trova con grande tempra. Per combattere tale situazione, oltre all’organizzazione di eventi come il Fortissimo Festival, centinaia di mercanti locali si sforzano di portare avanti la Medina che rimane un luogo accessibile ai turisti a differenza di altre attrazioni. Ne è un esempio il Museo Nazionale del Bardo, che per ragioni di sicurezza non può essere visitato. Il Bardo è un museo che unisce in modo splendido influssi culturali molto diversi: magrebini, turchi ed italiani, possiede inoltre la più grande collezione mondiale di mosaici ed oggetti antichi, che spaziano dalla preistoria tunisina all’inizio del XX secolo. Nel 2015 è stato vittima di un attacco terroristico, considerato tra quelli con il maggior numero di vittime avvenuto a Tunisi. Dopo questo terribile evento il Museo aveva ripreso la sua normale attività, ma recentemente per via del covid e per l’attuale situazione politica prima citata, essendo situato in un edificio vicino al Parlamento, è chiuso da ben sei mesi.
La Medina invece resiste e con i suoi colori e profumi rimane una tappa imperdibile. Tra le Medine del Nord Africa è quella più bella e meglio conservata. Costruita nel VII secolo, venne inserita nel patrimonio internazionale dall’Unesco nel 1981 e rappresenta il nucleo storico e spirituale di Tunisi. Ospita numerosi luoghi da scoprire tra cui terrazze nascoste che permettono di ammirare il centro della Città da un’incredibile punto di osservazione mentre si sorseggiare una dei tè tipici del Paese. Ci sono poi numerosi monumenti religiosi come la moschea Ezzitouna, la prima moschea ottomana, tra le più importanti dell’Islam e il mausoleo Tourbet el-Bey. Immancabili poi i famosi souk, i mercati delle varie corporazioni artigiane con botteghe e atelier tradizionali disposti gerarchicamente intorno alla grande moschea. I souk sono di vario genere e ci si può trovare di tutto: uno dei primi è il suk el-Attarine che è il mercato dei profumieri, seguono il suk el-Berka per i gioielli, Essakajine per la pelletteria, El Blat noto invece per le piante officinali e il suk El Leffa con un’ampia scelta di tappeti e di abiti tradizionali.