L’Italia non è un paese per giovani, e questo è un dato noto da tempo. Ad accentuare il concetto, è arrivata la conferma dell’Istat: al 1 gennaio 2021, i centenari residenti in Italia erano 17.177, un numero più che raddoppiato rispetto al 2009 e di questi oltre mille avevano 105 anni o più. Mentre 17 sono le persone che superano i 110 anni e sono tutte donne.
E’ donna e vive nelle Marche anche la persona vivente più anziana in Italia, arrivata alla soglia dei 112 anni.
Sono numeri da record quelli contenuti nel report dell’Istat “Centenari in Italia, una popolazione in aumento”, da cui emerge anche che gli over 105 sono stati meno colpiti dal Covid rispetto agli altri anziani. Dal 2009 al 2021 le persone residenti di 100 anni e oltre sono passate da poco più di 10 mila a 17 mila.
“Negli ultimi 10 anni, dopo una costante crescita fino al 2015 – spiega l’Istat – la popolazione super longeva ha avuto una riduzione dovuta in larga misura a un effetto strutturale: l’ingresso in questa fascia di età delle coorti, meno numerose rispetto alle precedenti, perché costituite dai nati in corrispondenza del primo conflitto mondiale”.
Sono invece 7.262 gli individui che hanno raggiunto o superato la soglia dei 105 anni dal primo gennaio 2009 al primo gennaio 2021, di cui solo 851 uomini e 6.411 donne. Ben 1.111 di loro erano ancora vivi al gennaio 2021 e l’incremento di questa popolazione è costante nel corso dei 12 anni considerati: si è passati da 472 individui viventi a gennaio 2009 ai 1.111 del 2021 (+135,8%) e per tutte le coorti c’è stato un aumento superiore al 100%
Quasi il 90% della popolazione che ha raggiunto o superato i 105 anni è composta da donne e risiedono soprattutto al Nord Italia. Ma la regione con il rapporto più alto tra popolazione di 105 anni e oltre e il totale della popolazione residente è il Molise (4,1 per 100 mila), seguita da Valle d’Aosta (3,2 per 100 mila), Friuli-Venezia Giulia, Liguria e Abruzzo (3,0 per 100 mila in tutte e tre le regioni).
Forse perché più protetti e isolati o geneticamente selezionati per resistere meglio alle malattie, tra coloro che hanno 105 anni e più, a differenza di altre fasce di età di popolazione anziana, non si è registrata una crescita dei decessi nel 2020, anno caratterizzato dalla pandemia da Covid-19, rileva l’Istat.
Analizzando le probabilità di morte di questa sotto-popolazione dal 2009 al 2020 (ovvero il rapporto tra deceduti e popolazione residente al primo gennaio), si nota come il valore del 2020 sia in linea con quello degli anni passati: circa 66 decessi ogni 100 individui, anche se con differenze regionali. Al Nord, zona più colpita dalla pandemia, si registra il valore più alto della serie (71 ogni 100 abitanti), al Centro il valore più basso (54 ogni 100).
“Probabilmente le misure di contenimento adottate nell’anno hanno preservato questa fascia di popolazione da altre infezioni”, spiega l’Istat. Ma le differenze con il resto della popolazione potrebbe anche essere “legate al fatto che la popolazione di 105 anni e più è una popolazione geneticamente selezionata, più resistente“. Inoltre quasi 9 su 10 vivono ‘protetti’ in famiglia, mentre il 12% in una clinica o residenza per anziani.