Questo, in estrema sintesi, è l’allarmante quadro che emerge da uno studio, pubblicato sul Journal of American Medical Association Network Open, condotto dagli scienziati della Duke University. Il team, guidato da Aaron Reuben, ha esaminato un campione di probabilità familiare di 1.970 adulti. Nel 2014, spiegano gli autori, la città di Flint ha subito una grave crisi idrica dovuta al passaggio della fornitura d’acqua dal lago Huron al fiume Flint.
Le unità di emergenza non sono riuscite a trattare adeguatamente la fornitura d’acqua per impedire che piombo e altri elementi fuoriuscissero dalle condutture, per cui tutti i residenti della località sono stati esposti a una serie di contaminanti presenti nell’acqua potabile, come batteri, sottoprodotti della disinfezione e piombo.
La sicurezza dell’acqua è stata poi accertata solo nel gennaio 2017. Durante la crisi, decine di migliaia di bambini e adulti a Flint hanno sviluppato livelli elevati di piombo nel sangue, il che ha provocato rischi di deficit cognitivi, problemi di salute mentale e altri disagi. “Sappiamo che disastri naturali o causati dall’uomo su larga scala possono innescare o esacerbare la depressione e il PTSD – afferma Dean Kilpatrick, docente della Medical University of South Carolina e autore senior dello studio – ma finora non avevamo avuto modo di sapere fino a che punto i residenti di Flint avessero difficoltà di salute mentale dopo più di cinque anni dalla risoluzione della crisi idrica.
I tassi di depressione e disturbo da stress post-traumatico identificati nell’ultimo anno nella città statunitense – sottolinea – sono da tre a cinque volte superiori rispetto ai valori riscontrati tra gli adulti americani in generale. C’è da precisare, inoltre, che la stragrande maggioranza dei nostri intervistati non ha mai usufruito di servizi di salute mentale. Ora che il problema idrico è stato risolto, è opportuno affrontare le ripercussioni psicologiche sulla popolazione”.
Stando a quanto emerge dall’indagine, coloro che avevano subito aggressioni fisiche o sessuali erano associati a una probabilità di oltre tre volte superiore di mostrare sintomi associati alla depressione e più di sei volte maggiore di sviluppare un disturbo da stress post-traumatico.
“Questi risultati – commenta Kilpatrick – evidenziano l’importanza di considerare gli effetti cumulativi dell’esposizione a eventi traumatici quando si valutano gli effetti dei disastri ambientali sulla salute mentale. Quasi il 100 per cento dei residenti di Flint intervistati ha riferito di aver alterato il proprio comportamento per evitare di consumare acqua contaminata durante il periodo di crisi e molti sono ancora preoccupati che l’esposizione possa provocare futuri problemi di salute”.
“La situazione di incertezza – conclude Ruben – contribuisce ad amplificare il disagio psicologico a seguito di disastri ambientali. Abbiamo scoperto che chi riteneva che l’esposizione agli agenti contaminanti avesse compromesso la salute di un membro della famiglia erano associati a una probabilità significativamente più elevata di riportare sintomi di depressione o PTSD”.