Il governo ha deciso di cancellare con un colpo di spugna il covid come se la pandemia fosse finita, non ci fosse una nuova ondata in arrivo e non ci fossero – purtroppo – ancora decine di morti ogni giorno.
«Io sono d’accordo, in linea di principio, che lo scarno bollettino quotidiano, purtroppo, non aiuti il pubblico a capire cosa stia succedendo. Però meno informazione e meno interpretazione del dato non aiutano in nessun modo le politiche e poi anche le decisioni che devono essere intraprese. Non è che ci sia una questione di creare allarmismi o di nascondere evidenze. E’ solo una questione di fornire un dato oggettivo. Ed è chiaro che, da questo punto di vista, la democrazia e una società si basano anche su uno scambio di informazioni».
Lo ha detto Roberto Battiston, professore di Fisica sperimentale presso l’Università di Trento su Rai Radio1 al Gr1. Nell’intervista si è poi parlato dell’importanza, per la comunità scientifica, di accedere ai dati.
«Il Premio Nobel Parisi, quando era ancora presidente dell’Accademia dei Lincei, si è molto attivato per garantire che questi dati fossero forniti alla comunità scientifica, per supportare l’interpretazione dei dati».
Infine, una domanda su quali istituzioni continueranno a disporne: «Io mi immagino che l’Istituto superiore di sanità abbia, e continuerà ad avere, il flusso dei dati. Però ricordo che, nel passato, abbiamo sempre avuto analisi rappresentate 7/15 giorni dopo che il fenomeno aveva iniziato a prendere forma».
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