Il Covid corre, ma i dati su ricoveri, terapie intensive e decessi in Cina rimangono opachi. Nonostante il Paese minimizzi, la pressione a cui è sottoposto tutto il sistema sanitario e lo stress di obitori e forni crematori che ha fatto seguito all’allentamento delle restrizioni anti-coronavirus stanno destando i dubbi della comunità internazionale, a partire dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. “Le autorità di Pechino stanno sottostimando i numeri”, aveva detto poco prima di Natale Mike Ryan, capo delle Emergenze all’Oms di Ginevra.
Per fare luce sulla situazione, il Washington Post ha ottenuto e pubblicato alcune immagini satellitari riprese dalla società Maxar Techonologies. “Le pompe funebri di tutto il Paese hanno registrato un drammatico aumento dell’attività rispetto a pochi mesi fa e allo stesso periodo dell’anno scorso, mentre i veicoli consegnano le salme e i residenti fanno la fila per far cremare i propri cari”, scrive il quotidiano americano, che nella sua inchiesta ha analizzato la situazione di sei megalopoli cinesi (Pechino, Kunming, Shanghai, Nanchino, Chengdu, Tangshan e Huzhou). “I freezer sono pieni, e tutte le otto camere ardenti stanno operando 24 ore al giorno, sette giorni su sette”, ha detto alla testata la segretaria di un’impresa di pompe funebri, che è voluta rimanere anonima. La richiesta sarebbe così elevata che almeno quattro delle imprese di pompe funebri cinesi contattate dal WaPo hanno dichiarato di aver sospeso qualsiasi servizio funebre o commemorativo per i familiari del defunto, limitandosi a fornire uno spazio per la cremazione.
Le sono immagini sono state catturate all’inizio e alla fine di dicembre: la differenza tra i due momenti è evidente. Nell’immagine ripresa il 24 dicembre, ad esempio, in uno dei crematori della capitale è comparso un nuovo parcheggio per far fronte all’afflusso di clienti. Secondo la ricostruzione del quotidiano, il parcheggio nel crematorio di Tongzhou, alla periferia di Pechino, è stato realizzato attorno al 22 dicembre. Due giorni dopo, il giorno in cui è stata ripresa l’immagine dal satellite, c’erano oltre 100 auto parcheggiate con la polizia a regolare il traffico. Il quotidiano americano rivela, inoltre, che stando ad un rapporto del giornale governativo Youth Daily, poi cancellato, nella struttura si cremavano 150 cadaveri al giorno.
La situazione, quindi, non trova riscontro nei dati comunicati dalla Commissione sanitaria nazionale, secondo cui i decessi per Covid registrati dall’inizio di dicembre sarebbero soltanto 40, per un totale di circa 2.500 dal gennaio 2020. Il gruppo di ricerca britannico Airfinity stima che i morti in realtà siano già 209mila e che si potrebbe raggiungere quota 1,7 milioni entro la fine di aprile. I dubbi riguardano anche le ospedalizzazioni. La dottoressa Jiaho Yahui, funzionaria della Commissione sanitaria nazionale, sostiene che solo l’8% dei pazienti che contraggono il Covid sviluppano polmonite e che la maggior parte di loro viene curata tranquillamente con trattamenti tempestivi. Altri fonti rivelano però che nelle maggiori città cinesi l’80% delle terapie intensive è occupato. Mancano, inoltre, i dati sulle aree più remote del Paese.