Il 17 febbraio è la festa del gatto, e sono oltre 7 milioni i mici domestici nel nostro Paese. Nata nel 1990, la festa cade in questo mese proprio perché febbraio, secondo una vecchia tradizione, è il “mese dei gatti e delle streghe” e perché il 17 è quel giorno comunemente associato alla sventura, un cliché che accompagna i mici ancora oggi.
Già gli antichi Egizi lo veneravano: la dea Bastet aveva il corpo da donna e il viso da gatto. Molte sono state le mummie di gatti ritrovate nelle tombe dagli archeologi. A Pompei alcuni mosaici testimoniano la loro presenza anche nella società romana. Fu la gatta Muezza a salvare Maometto dal morso di un serpente. Nel Medio Evo, in Europa, il micio venne demonizzato perché associato alla stregoneria. Nel Rinascimento fu riabilitato anche per il suo ruolo attivo nella vita dei villaggi, visto che aveva il compito di cacciare i topi.
Ne era un grande appassionato il poeta Francesco Petrarca: a lui viene attribuito l’aforisma “L’umanità si può suddividere grossomodo in due categorie: coloro che amano i gatti e coloro che vengono puniti dalla vita”. Secondo una ricerca condotta dal Censis gli italiani sono i primi in Europa per numero di animali domestici: sono presenti nel 52% delle case. Con 53,1 animali da compagnia ogni 100 abitanti, l’Italia si colloca al secondo posto in Europa.
Meno dell’Ungheria (54,2 ogni 100 persone), ma più di Francia (49,1), Germania (45,4), Spagna (37,7) e Regno Unito (34,6). In Italia gli animali domestici sono in tutto 32 milioni e i gatti in questa classifica non sfigurano e prendono la medaglia d’argento: ci sono 12,9 milioni di uccelli, 7,5 milioni di gatti, 7 milioni di cani, 1,8 milioni di piccoli mammiferi (criceti e conigli), 1,6 milioni di pesci, 1,3 milioni di rettili. Stando allo studio Assalco-Zoomark del 2019, inoltre, muovono l’economia: il mercato degli alimenti per gatti fa girare ogni anno 1.089 milioni di euro solo in Italia.