La pandemia non è finita e l’ipotesi che sia necessario un vaccino all’anno come per l’influenza prende il largo.
«Sars-Cov-2 fa il suo mestiere di virus. E questo fa sì che compaiano continue varianti che quindi oggi sono tante. Queste varianti se `incontrano´ una popolazione di recenti vaccinati o di recenti infettati probabilmente incidono poco. Ma, con il tempo, non si può escludere che una mutazione particolarmente `vivace´ possa dare problemi. Quindi, una quinta dose di vaccino anti Covid, tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, per me stesso, la prenderò in serissima considerazione».
Così Massimo Galli, già direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano.
«Sono un signore di 72 anni con l’asma – continua – e fattori di rischio sufficienti per pensare a proteggersi, anche se spero nelle mie capacità immunitarie. Ma non sempre chi `vive sperando´ fa una buona scelta».
«Vederemo – aggiunge – come evolverà la situazione epidemica nei prossimi mesi. Nelle ultime quattro settimane, però, un migliaio abbondante di morti li abbiamo avuti. Questo implica che una parte di persone non è in grado di difendersi dal virus o, comunque, ci sono molti a cui questo tipo di infezione può dare il classico colpo di grazia in situazioni di patologie pregresse».
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