Vaiolo delle scimmie: per l'Oms è emergenza internazionale
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Vaiolo delle scimmie: per l'Oms è emergenza internazionale

È allarme vaiolo delle scimmie dopo il forte aumento dei casi in Africa. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria internazionale.

Vaiolo delle scimmie: per l'Oms è emergenza internazionale
Vaiolo delle scimmie
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14 Agosto 2024 - 23.33


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È allarme vaiolo delle scimmie dopo il forte aumento dei casi in Africa. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria internazionale. A dare l’annuncio è stato il direttore generale dell’OMS, Tedros Ghebreyesus, che ha spiegato: “Il comitato di emergenza si è incontrato e mi ha informato che la situazione costituisce un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale. Io ho accettato questo consiglio”.

Cos’è il vaiolo delle scimmie e quanti sono i casi

Il vaiolo delle scimmie è un poxvirus (Monkeypox virus, Mpxv) simile al virus del vaiolo umano, ormai scomparso, e infetta le scimmie. Il primo caso di trasmissione umana è stato segnalato nel 1970. Solo nel mese di giugno, in Africa sono stati segnalati 567 contagi, con una pericolosa crescita di casi tra i bambini, anche neonati. Il numero di casi segnalati finora quest’anno ha già superato il totale dell’anno scorso, con oltre 14.000 casi e 524 decessi.

Quali sono i sintomi del vaiolo delle scimmie

I sintomi, secondo i siti istituzionali sanitari, includono febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena e dolore ai linfonodi, seguiti dalla comparsa di pustole cutanee sul volto e successivamente diffuse in tutto il corpo. La malattia è conosciuta come vaiolo delle scimmie, ma è scientificamente definita Mpox, anche per evitare lo stigma associato al nome. I casi attualmente descritti in Italia non sono stati gravi, ma hanno necessitato di monitoraggio clinico.

Quanti sono i casi di vaiolo delle scimmie in Italia

Negli ultimi due mesi, in Italia, secondo l’ultimo bollettino del Ministero della Salute, si sono verificati nove nuovi casi: due in Friuli-Venezia Giulia, uno in Lombardia e sei in Veneto. Da maggio 2022, quando è stato riscontrato il primo caso nel Paese, sono stati confermati 1.056 contagi, 262 dei quali collegati a viaggi all’estero. Quasi la metà dei casi (441) sono stati registrati in Lombardia, seguita dal Lazio (169) e dall’Emilia-Romagna (97).

Colpiti soprattutto i maschi

Come avvenuto nel resto del mondo, la grande maggioranza dei contagi (1.040) ha riguardato persone di sesso maschile. L’età mediana è di 37 anni, con un range che va dai 14 ai 71 anni.

Come avviene il contagio

La trasmissione avviene per contatto diretto con fluidi corporei, come sangue, goccioline respiratorie, saliva, secrezioni genitali, essudato di lesioni cutanee e croste. La diffusione maggiore sembra verificarsi in caso di rapporti sessuali tra uomini. La diagnosi di vaiolo delle scimmie umano è prevalentemente clinica, basata sulla valutazione dei sintomi, e viene confermata da esami come il rilevamento del DNA virale specifico mediante la Proteina C Reattiva (PCR).

Il quadro clinico

Il quadro clinico dell’Mpxv umano inizia, dopo un periodo di incubazione di 7-17 giorni, con febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena e linfoadenopatia, seguiti da eruzioni cutanee ben circoscritte ma diffuse su tutto il corpo. Le eruzioni evolvono attraverso diverse fasi: maculare, papulare, vescicolare e pustolosa. Un secondo periodo febbrile si verifica quando le lesioni diventano pustolose, spesso associato a un peggioramento delle condizioni del paziente.

Esiste un vaccino contro il vaiolo delle scimmie?

Sì, esiste ed è stato recentemente approvato. I vaccini attualmente disponibili contro il virus del vaiolo offrono una certa efficacia anche nei confronti del vaiolo delle scimmie, sebbene i dati a supporto di tale ipotesi siano ancora limitati. I vaccini originali contro il vaiolo non sono più disponibili al pubblico. La vaccinazione contro il vaiolo umano offre una protezione parziale, con complicanze più frequenti tra i non vaccinati (74%) rispetto ai vaccinati (39,5%). Tra le rare complicanze sono segnalate broncopolmonite, shock secondario a diarrea e vomito, cicatrici corneali che possono portare a cecità permanente, encefalite, soprattutto nei pazienti con infezione batterica secondaria, e setticemia, con la formazione di cicatrici sulla pelle come sequela a lungo termine.

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