Il compagno Padrone affonda Liberazione
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Il compagno Padrone affonda Liberazione

Ci sono porcate padronali che non danno scandalo. Peggio se a fare il padrone sono i rimasugli dell'ultimo partito che si dice comunista. [Ennio Remondino]

Il compagno Padrone affonda Liberazione
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Ennio Remondino Modifica articolo

27 Dicembre 2011 - 18.21


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di Ennio Remondino

Tra compagni. Una crisi grave quella che investe tutto il settore dell’informazione, e in particolare quello della carta stampata. Parliamo soprattutto dei giornali di partito e di quelli editi da cooperative sostenuti sino a ieri dai finanziamenti statali. Era il caso di Liberazione e della Mcr, società editrice del quotidiano del partito della Rifondazione Comunista. Tra gente di sinistra schierata e militante, anche di fronte ad una crisi drammatica di lettori e di soldi, ti aspetti che una soluzione di equi sacrifici, qualcosa di meglio di quanto ha fatto il governo Monti, alla fine esca fuori. Mica abbiamo di fronte la Marcegaglia per mobilitare la Fiom di Landini!

Invece. Trattativa rotta fra il sindacato di redazione, assistito dalla Fnsi e dalla Associazione stampa romana, e la Mrc. L’azienda, denuncia chiaro e tondo il sindacato, “Ha violato le più elementari regole di un civile confronto fra le parti, presentandosi al tavolo con una posizione precostituita, intransigente e inaccettabile: chiusura dell’edizione cartacea dal 1° di gennaio, cassa integrazione a zero ore per tutti i lavoratori (giornalisti e poligrafici), passaggio all’online ma senza un progetto definito e con un numero insufficiente di addetti”. Caspita “Compagni” della Mcr, mi state facendo rimpiangere i “Padroni” che, in genere, il loro mestiere lo sanno fare.

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Apparatnik. “Non bastassero i guasti causati dagli ultimi governi -afferma il segretario dell’Associazione Stampa Romana, Paolo Butturini – ci si mette anche la miope arroganza e l’insipienza aziendale di chi, da funzionario di partito, prova a inventarsi editore senza averne nè la stoffa nè le capacità. Il sindacato ha ragionevolmente argomentato la sua opposizione alla sospensione delle pubblicazioni (danno di immagine, disaffezione dei lettori, insufficienza progettuale ecc), provando anche ad articolare una controproposta che tenesse conto della drammatica situazione economica in cui versa tutto il comparto”.

Sciur Parun. “Ma si è trovato di fronte a un muro di dinieghi la cui unica spiegazione è l’inaccettabile idea padronale di disporre a proprio piacimento della forza lavoro, selezionandola in base a imprecisati criteri di affidabilità. Siamo al cospetto di un atteggiamento che svilisce le professionalità e umilia le persone, prima ancora che e al cortocircuito fra improvvisazione e pochezza di idee. Liberazione e il Partito della Rifondazione Comunista, giova ricordarlo, hanno goduto per anni di ampi finanziamenti pubblici ai quali, nell’ultimo biennio, si è aggiunto un largo ricorso agli ammortizzatori sociali, sempre a carico dell’erario”.

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Madama la marchesa. “Un fatto che avrebbe dovuto suggerire ai dirigenti della Mrc, anche per la loro collocazione politica, più attenzione ai diritti dei lavoratori e più senso di responsabilità. L’Associazione stampa romana è stata e sarà a fianco della redazione di Liberazione, qualsiasi saranno le decisioni che l’assemblea intende adottare. L’Asr denuncia l’atteggiamento strumentale della Mrc che, approfittando dell’oggettivo momento di difficoltà generale, consuma una vendetta postuma sui giornalisti che hanno sempre difeso ragionevolmente le loro prerogative basandosi sulle leggi e sul contratto”. A giornalisti e poligrafici tutta la solidarietà di Globalist.

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