Celentano, il furbo sciocco.
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Celentano, il furbo sciocco.

La farsa della beneficenza sanremese di Adriano convince solo gli allocchi e gli sprovveduti. Merita una critica feroce

Celentano, il furbo sciocco.
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Piero Montanari Modifica articolo

3 Febbraio 2012 - 13.22


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di Piero Montanari

Celentano, come peraltro viene raccontato su queste pagine, ha cercato di mettere a tacere i presunti moralisti per il favoloso compenso pattuito a Sanremo, pensando ad un beau geste che assomiglia, però, più ad un insulto alla povertà, male molto diffuso in questo momento nel Paese. Lui, Adriano, per sua stessa ammissione, è il Re degli Ignoranti. Però si vanta anche di essere molto, molto intelligente e non ho timore di crederlo. Quindi, dico io, che la usasse la sua intelligenza!

Non ha capito che la devoluzione in beneficenza del suo compenso – mentre oltertutto molti artisti come lui soffrono per la fine ingiusta, voluta con un gesto proditorio, dell’assegno di professionalità della Siae – è una sciocca furbata (passatemi l’ossimoro) che incanta solo gli sprovveduti e le “casalinghe di Voghera” di cui l’Italia è ancora piena, ahinoi.

In questo modo si cerca di tacitare la coscienza di massa (ammesso che esista) per un emolumento che insulta la povertà due volte: la prima nel suo percepimento (350mila euro a sera sono davvero un eccesso, anche se c’è questa tanto sbandierata copertura pubblicitaria) poi nella sua devoluzione a famiglie bisognose, facendo diventare questa cosa una gara tra poveracci che se lo dovrebbero aggiudicare, con il ‘placet’ dei sindaci che dovrebbero scegliere chi “muore e chi vive” (pollice su, pollice verso). E poi la beneficenza se si fa, si deve fare in silenzio.

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Davvero un ignobile farsa della quale potevamo fare benissimo a meno!

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