Ispirato dalla Settimana della cultura 2012, sono tornato a visitare dopo un anno il [url”Google Art Project”]http://www.googleartproject.com/it/[/url] appena rinnovato, ampliato nei contenuti, nella profondità della navigazione, nella potenza dell’interfaccia. Sono rimasto sbalordito. La nuova versione è molto più di un semplice lifting. Google ha scatenato tutta la sua potenza per aprire un museo senza pari, che contiene trentaduemila opere, grazie alla collaborazione con 151 istituzioni museali di tutto il mondo. Dall’Italia hanno aderito la Galleria degli Uffizi e i Musei Capitolini. Provate a cliccare anche voi e resterete senza fiato, per vari motivi.
Mai vista, prima d’ora, un’opera così nel dettaglio, con la possibilità di zoomare all’infinito, fino a cogliere le sfumature del pennello dell’artista e le crepe sulla tela. La sinergia con Street View, che permette di proiettarsi nella galleria, proprio lì dove l’opera è collocata, e proseguire la visita, capolavoro dopo capolavoro.
Ovviamente non c’è l’emozione di essere nel museo vero e proprio, il bagno di folla, il brusio degli altri visitatori, ma certo è un approccio impagabile, per gli amanti dell’arte e per gli studiosi, che mai potrebbero esaminare un quadro con una lente di ingrandimento così potente.
E poi c’è la meraviglia di poter saltare da un museo all’altro, da un paese all’altro, da un continente all’altro. Qualche giorno fa al Musée d’Orsay, quando il nuovo Google Art Project è stato presentato all’élite dei musei di tutto il mondo, il capo del team di Google, l’ingegnere di origini indiane Amid Sood, ha detto con un pizzico di orgoglio che:
“la piattaforma permette agli studenti indiani di contemplare i capolavori del Metropolitan Museum, ma anche gli americani ad andare vedere la National Gallery of Modern Art di Delhi“.
Già, perché questa nuova versione del museo globale di Google punta molto sui paesi emergenti e sulle nuove forme d’arte, in un mix di antichità greche dall’Acropoli, pitture rupestri in Sud Africa e Australia, meraviglie del Museo dell’Oro di Bogotà.
I fondamentali, ovviamente, restano e si consolidano. La Tate di Londra, l’Ermitage di San Pietroburgo, il MoMA di New York. Unica eccezione il Louvre, ma soltanto per poco, perché gli esperti di Google sono ancora al lavoro. In compenso la Francia è ben rappresentata, con Chantilly, Fontainebleau, L’Orangerie, Quai Branly, Orsay, Versailles.
Street View ti fa passeggiare negli appartamenti reali di Versailles, o ti fa perdere nelle sale del Musée d’Orsay, circolare nei corridoi della Casa Bianca . Quanto alla risoluzione grafica delle opere, Google non ha badato a spese. Già quarantasei capolavori sono stati scansionati e fotografati con la tecnologia gigapixel, per catturare dettagli che è impossibile vedere a occhio nudo. Ogni scansione è durata sei ore, ed è stata fatta di notte, per non interferire con gli orari d’apertura al pubblico.
Fatevi un giro, mi ringrazierete.
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