La Rai dalla memoria corta
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La Rai dalla memoria corta

Comprensibili e contrapposte opinioni sulle scelte di Monti per i nuovi vertici Rai. Chi applaude la loro estraneità ai vizi da correggere, chi li bolla da marziani televisivi.

La Rai dalla memoria corta
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9 Giugno 2012 - 09.18


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Quesito chiave. Un buon Presidente e un buon direttore generale Rai devono saper fare televisione, informazione e intrattenimento, o debbono saper gestire al meglio strutture e persone che l’informazione e l’intrattenimento li fanno per mestiere? Discussioni eterne ed infinite accoppiate di nomi a favore dell’una e dell’altra tesi. Di fatto – se il giudizio viene dall’interno Rai – molto dipende dalle diverse fasi storiche e/o professionali vissute dal singolo in quella fase e con quei vertici. Professori sì, professori no: potremmo discuterne tra noi all’infinito. Avendo ognuno in qualche modo una parte di ragione. Resta il dato storico che, salvo gli inizi delle Tv in bianco e nero del potere democristiano assoluto, i tentativi di inserire nel corpo Rai professionalità, attitudini e attenzioni diverse sono stati molti più di quanto oggi alcuni lamentano. Ci affidiamo ai fatti.

I Presidenti della Rai. Antonio Carrelli, (1954 – 1961). Novello Papafava (1961 – 1964). Pietro Quaroni (1964 – 1969). Aldo Sandulli (1969 – 1970). Umberto delle Fave (1970 -1975). Beniamino Finocchiaro (1975 1977). Paolo Grassi (1977 – 1980). Sergio Zavoli (1980 – 1986). Enrico Manca (1986 – 1992). Walter Pedullà (1992 – 1993). Claudio Demattè (1993 – 1994). Letizia Moratti (1994 – 1996). Giuseppe Morello (24 aprile 1996 – 10 luglio 1996). Vincenzo Siciliano (1996 – 1998). Roberto Zaccaria (1998 – 2002). Vittorio Emiliani (16 febbraio 2002 – 22 febbraio 2002). Antonio Baldassarre (2002 – 2003). Paolo Mieli (7 marzo 2003 – 13 marzo 2003). Lucia Annunziata (2003 – 2004). Francesco Alberoni (2004 – 2005). Sandro Curzi (1º giugno 2005 – 30 luglio 2005). Claudio Petruccioli (2005 – 2009). Paolo Garimberti (2009 – 8 giugno 2012). Anna Maria Tarantola (8 giugno 2012).

24 Presidenti nella travagliata storia della Rai, Alcuni di loro, Presidenti per 7 giorni (Mieli che di fatto rifiuta la designazione), o “Consiglieri anziani” che subentrano per qualche settimana o qualche mese in supplenza del Presidente dimissionario, come Emiliani o Curzi. Ma l’interesse attuale è di verificare quanto questi ne sapessero di Radio televisione. Da che mestieri provenissero. Come sempre in Rai prevalgono i giornalisti. Senza approfondire sulle origini dei presidenti della Rai degli anni ’50, a memoria personale abbiamo scoperto almeno 9 giornalisti tra interni ed esterni Rai. Giuristi, manager, persone provenienti dal mondo della cultura, dalle accademie, tutti più o meno riferibili a qualche parte politica ben precisa. Donne, soltanto tre, a partire da Letizia Brichetto Moratti, a Lucia Annunziata per arrivare alla neo e prossima presidente Anna Maria Tarantola.

Direttori generali. Giovan Battista Vicentini (1954 – 1955). Rodolfo Arata (1956 – 1960). Ettore Bernabei (1961 – 1974). Michele Principe (1975 – 1977). Giuseppe Glisenti (26 gennaio 1977 – 17 giugno 1977). Pierantonino Bertè (1977 – 1980). Villy de Luca (1980 – 1982). Biagio Agnes (1982 – 1990). Gianni Pasquarelli (1990 – 1993). Gianni Locatelli (1993 – 1994). Gianni Billia (3 agosto 1994 – 31 dicembre 1994). Raffaele Minicucci (1995 – 1996). Aldo Materia (6 marzo 1996 – 15 luglio 1996). Franco Iseppi (1996 – 1998). Pier Luigi Celli (1998 – 2001). Claudio Cappon (2001 – 2002). Agostino Saccà (2002 – 2003). Flavio Cattaneo (2003 – 2005). Alfredo Meocci (2005 – 2006). Claudio Cappon (2006 – 2009). Mauro Masi (2009 – 2011). Lorenza Lei (2011 – 8 giugno 2012). Luigi Gubitosi (8 giugno 2012, forse).

23 Direttori generali. Anche per loro a volte percorsi brevissimi (a volte pochi mesi), in un caso (Claudio Cappon) una direzione bis. Ovviamente restano nella storia della Rai i lunghi regni di Ettore Bernabei (13 anni), e di Biagio Agnes (8 anni). Anche in questo caso la prevalenza delle professioni antecedenti alla nomina è il giornalismo, preferibilmente interno Rai, con una variazione molto più ampia di professioni precedentemente esercitate. Basta pensare al recentissimo Mauro Masi sino all’ex direttore generale dell’Inps Gianni Billia e a Flavio Cattaneo. L’estraneità dei vertici operativi aziendali agli strumenti specifici della Radio-televisione non sembra essere stato mai un ostacolo tenuto in conto dalla politica che di fatto esercitava le scelte. Ora le scelte del governo tecnico. Nulla di nuovo, quindi, sotto il sole. Sui risultati ottenuti, parli la storia. (e.rem)

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