Sul suo profilo Facebook Carola Carulli spiega il suo servizio dicendo che non c’era volontà di censurare la matrice fascista. Le lasciamo alla vostra lettura e al vostro giudizio…
Mi dispiace se ho offeso la sensibilità di qualcuno non menzionando che gli stupratori di Franca Rame erano fascisti. Non c’è stata volontà di censura.
Il servizio era evidentemente incompleto, considerati fraintendimenti e critiche suscitati sul web dalla mancanza della parola “fascisti”, ma non c’è stato alcun oscurantismo.
Errore mio, ma in buona fede.
Ho voluto sottolineare che gli stupratori non sono andati in carcere (causa sopraggiunta prescrizione) e che dunque Franca Rame non ha mai avuto giustizia, perché mi sembrava lo scandalo peggiore. Avrei dovuto sottolineare anche la matrice dello stupro.
Riguardo all’utilizzo dell’avverbio finché: non c’è nulla di più lontano dalle mie intenzioni, e dalle mie convinzioni, dell’ipotizzare che il “finché” del mio servizio voglia suggerire una qualsiasi giustificazione dello stupro.
Il mio “finché” ha un valore temporale. Ciascuno può verificare se sembri alludere ad altro ascoltando il servizio sul sito www.tg2.Rai.it (servizi ore 13). A quanti dovessero riscontrare un’allusione in tal senso vanno le mie scuse.
La mia descrizione della bellezza fisica di Franca Rame è una descrizione fisica e basta. Non avevo secondi fini oltre il racconto della realtà.
Da sempre ho grande stima per Franca Rame, ma anche non ne avessi affatto, non mi sognerei mai di giustificare in qualsiasi modo uno stupro.
Carola
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