di Adelmina Meier
Al bar di Saxa Rubra il commento diffuso, tra un caffè ed un cornetto, questa mattina era: “Tanto rumore per nulla…”. Il riferimento era al risultato ottenuto da “Cartabianca” di Bianca Berlinguer nella nuova versione serale. Un 5,4% di share mortificato anche dal 5,5% di Floris, e su La7. Eppure, per questa versione serale, per questa “promozione” dell’appuntamento, si era assistito ad una elaborata trattativa, iniziata all’estromissione della Berlinguer dalla direzione del Tg3. Nella trattativa per l’interruzione della lunga direzione al vertice del Tg3 c’era mancato poco che entrasse pure la luna. Quindi, di seguito, un elaborato travaglio della versione pomeridiana di “Cartabianca”, che a dire di tanti ha finito col penalizzare gli ascolti del nuovo Tg3 di Luca Mazzà, precedendolo e standogli addosso. Anche con una buona dose di cattivo gusto della Rai: mettere l’ex direttora del Tg3 come traino di un Tg che la direttora sentiva come uno scippo, non era stato molto elegante, soprattutto nei riguardi della nuova direzione…
Comunque, dopo la versione pomeridiana (preceduta da un balletto di date) si è arrivati alla versione serale di “Cartabianca”. Un numero infinito di spot promozionali, su tutte le reti Rai, ad ogni ora (pari solo al fallimentare “Politcs” di Semprini), alla fine la buona coincidenza di “partire” quando il clima politico all’interno del Pd era al massimo grado. Attenzione massima alle disgraziate cose del Pd. In aggiunta, alla prima puntata, ospite (per certi versi scontato) ecco Massimo D’Alema, da molti indicato come il grande ispiratore della scissione antirenziana che ha il sapore di un “Muoia Sansone con tutti i filistei”.
Insomma, c’erano tutti gli elementi per fare il meglio: lunghissima preparazione, soddisfazione di tutte le richieste ed anche dei capricci, e alla fine ecco partorito il topolino, quel 5,4% che adesso pesa come un macigno sulla conduttrice, per l’occasione banalmente e chiassosamente in rosso. E su Massimo D’Alema, alle prese con i numeri. Sullo sfondo, le scelte perdenti della Bignardi, scelta da Campo Dall’Orto.