La Resistenza di un edicolante: "Per non fomentare l'odio, qui non si vende Libero"
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La Resistenza di un edicolante: "Per non fomentare l'odio, qui non si vende Libero"

Andrea Malavasi, titolare di un bar a Marcaria, ha tolto il quotidiano di Feltri dal ripiano dopo il titolo da molti considerato omofobo

La Resistenza di un edicolante: "Per non fomentare l'odio, qui non si vende Libero"
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24 Gennaio 2019 - 11.27


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Al caffè Vannucci di Marcaria, in provincia di Mantova, non si vende il quotidiano Libero. La decisione di togliere dal ripiano dei giornali è dell’edicolante Andrea Malavasi, che ha deciso così di protestare contro il titolo, considerato da molti omofobo, del quotidiano diretto da Vittorio Feltri. “Per motivi diplomatici e per non fomentare l’odio”, ha spiegato in un cartello affisso. A raccontare la storia è La Gazzetta di Mantova:

Il cartello è appeso davanti al locale, in mezzo alle locandine degli altri giornali. E parla chiaro: Libero, qui, oggi non si vende. E per ragioni sacrosante, che hanno a che vedere con civiltà, diritti e dignità: “Per motivi diplomatici e per non fomentare odio inutile in questo mondo difficile, oggi in questa edicola non si vendono copie del quotidiano Libero”.
La scritta l’ha messa Andrea Malavasi, titolare del Caffè Vannucci, il locale degli aperitivi e delle colazioni nel centro del paese, a Marcaria. Sul ripiano dei quotidiani, la mattina del 23 gennaio, il quotidiano fondato da Vittorio Feltri non c’era. Andrea e molti dei suoi clienti, i soliti affezionati e quelli che ieri hanno preso un caffè al volo, non hanno gradito il titolo di copertina (“Calano fatturato e Pil ma aumentano i gay”), l’occhiello che fa da corollario (“C’è poco da stare allegri”) e il sommario che completa l’informazione (“Tre imprenditori su quattro fuggono dalla ricevuta elettronica e l’economia soffre. Gli unici a non sentire la crisi sono gli omosessuali: crescono in continuazione”)

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