di Adelmina Meier
Sabato pomeriggio di inizio febbraio con un Paese a picco, e che a picco ci finisce per quattro fiocchi di neve che in Paesi avanzati quasi farebbero primavera. In questo pomeriggio dove, fuori contratto, 5Stelle e Lega si mandano reciprocamente a fare in culo sulla pelle dell’Italia, eccolo Freccero, quello che si ritiene un santone della tv anche perché negli anni qualcuno, soprattutto a sinistra, glielo ha fatto credere, avallando, con colpa, una personale convinzione.
Da quando è tornato in carrozza, alla direzione di Rai2, per gentile concessione dei grillini, in una spartizione politica che ha umiliato quelle che ritenevamo magiche capacità della prima Repubblica, Freccero, in attesa di dispiegare per intero il piano gialloverde da brivido, a doppia firma col direttore del Tg2, aveva messo insieme un omaggio a Beppe Grillo con una sorta di blob, senza l’ironia del tradizionale blob, ma con la tristezza degli spot.
Lo aveva mandato in onda in una scellerata serata tv, contrassegnata da un clamoroso e impietoso flop.
Una sorta di boomerang maldestramente manovrato che gli ha spettinato il ciuffo che fa tanto intellettuale.
Il giorno dopo, letti i dati di ascolto e ascoltati i “vaffa” telefonici che gli saranno arrivati, Freccero si è posto l’interrogativo vintage:” Che fare?”. Il travaglio è stato un po’ lungo considerato il pensiero psichedelico di cui dispone, alla fine la trovata è stata – diciamolo – poco geniale e piuttosto sciocchina. Lui, certo, avrà esclamato “Eureka!”, scommettendo sulla propria genialità, pressato da quelli lì che sostanzialmente gli avranno detto “Perché che cazzo credi che ti abbiamo messo dove sei?!”.
Probabilmente sarà nata così l’idea di rifilare agli italiani il Grillo flop di sabato pomeriggio. In attesa dell’auditel bis, tutto è apparecchiato per le esequie del servizio pubblico.
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