Parole grevi di un giornale greve i cui toni razzisti, sessisti e xenofobi sono finiti più volte all’attenzione dell’Ordine dei giornalisti e anche della magistratura.
Ora si è arrivati, anche se con l’escamotage della metafora, a paragonare i richiedenti asilo ai cani e ai porci. E a utilizzare espressioni come pollaio. Come dire: sono bestie, non uomini.
Così Feltri ha scritto: “Ormai il pollaio è aperto: gli immigrati hanno diritto di accesso al nostro Paese. Tutti dentro, senza distinzione di nazionalità. C’è posto per tutti, cani e porci. Questa è la politica intrapresa dal governo giallorosso, la quale ci rovinerà nel medio e lungo periodo. La situazione è destinata a peggiorare in pochi mesi. Tra poco dovremo fare i conti e capiremo il disastro che ci siamo tirati addosso”.
Prepariamoci a una nuova campagna mediatica di odio e xenofobia. Libero è solo la punta di un iceberg.
Nuove provocazioni xenofobe di Feltri: i migranti accostati a "cani e porci"
Il giornalista di Libero usa la metafora del 'pollaio' nella sua campagna contro gli africani
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15 Settembre 2019 - 09.51
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