L'eterno riposo tv di D'Urso e Salvini è peggio di un'oscena bestemmia
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L'eterno riposo tv di D'Urso e Salvini è peggio di un'oscena bestemmia

Si tratta di un oltraggio, uno straripamento dell'osceno. Ho provato a sfogliare il vocabolario, sinonimi compresi, per trovare l'aggettivo giusto per il loro "spettacolo". Tutti leggeri e inadeguati.

Barbara d'Urso e Salvini
Barbara d'Urso e Salvini
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Onofrio Dispenza Modifica articolo

30 Marzo 2020 - 12.23


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Barbara D’Urso e Matteo Salvini che, insieme, in tv recitano l’Eterno riposo, oltre ad essere una bestemmia, un oltraggio, uno straripamento dell’osceno, mettono in crisi il vocabolario. Ho provato a sfogliarlo, sinonimi compresi, per trovare l’aggettivo giusto per il loro “spettacolo”. Tutti leggeri e inadeguati.
La televisione, è vero, ha dato e continua a dare tanta spazzatura ed anche parecchie porzioni di “quella cosina lì”, ma quel che ha offerto ieri sera il programma della D’Urso, arruolando per l’occasione un Salvini nervoso perché incapace di spodestare la tragedia del coronavirus dalla prima pagina,  è andato oltre l’immaginabile e l’inimmaginabile. Ha smontato ogni paratia tra pudore ed osceno, ha riversato nelle case degli italiani in angoscia una oltraggiosa parodia della pietas.

La preghiera è cosa rispettabilissima e intima, e va rispettata anche da chi crede un altro Dio (e questo, vivaddio, si fa), non può essere giocata sul tavolo verde dell’auditel alla stregua di qualche coscia, di culi in fila e – per par condicio – di “pacchi” di uomini in mutande. 

Paradossalmente, la “preghiera” della D’Urso (illuminata oltre ogni prudenza dettata dalle misure di sicurezza dei Vigili del Fuoco) che accompagna l’ennesima sortita para religiosa di Salvini, arriva a nobilitare lo squallore di un “Ciao Darwin”. Bonolis – ne abbiamo parlato qui a Globalist – si ferma a tette, cosce, culi, e “pacchi”, senza scomodare il sacro, naviga nell’osceno, si risparmia l’oltre. La D’Urso, invece, ieri sera ha fatto da spalla a qualcosa che va assai oltre, ha sfondato come un trattore il muro del pudore. E lo ha fatto in un momento dove tutti dovrebbero abbassare luci e toni, ritrarsi. 
L’Eterno riposo Salvini-D’Urso ha sollevato la Rete, i social sono pieni di commenti scandalizzati. Anche perché credenti e non abbiamo ancora negli occhi e nelle orecchie immagini e parole del Papa che, in solitudine, in uno scenario incredibile e inimmaginabile, venerdì pomeriggio scende in San Pietro sotto la pioggia in una Roma attraversata dalle sirene, e fa una vera, accorata, drammatica preghiera all’unico Dio di tutti gli uomini, e alla Madonna, stella maris di questa barca in tempesta che è il mondo.
Basta. È arrivato il tempo di dire basta ad ogni uso spericolato di un mezzo prezioso, la televisione, che nelle stesse ore dello spettacolo osceno dei due irresponsabili, ci raccontava il dolore e i lutti degli italiani. Oltre a scandalizzarsi, oltre le proteste, se ne ricordino gli italiani di chi in queste ore drammatiche ha pensato bene di far tracimare fango, fogna e merda sul loro dolore. Se ne ricordino.

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