Critica sul sessismo della Leosini: aveva definito 'responsabili' le donne che non lasciano i partner violenti
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Critica sul sessismo della Leosini: aveva definito 'responsabili' le donne che non lasciano i partner violenti

Le frasi durante la trasmissione sul caso di Sonia Bracciale, condannata a 21 anni di reclusione come mandante dell’omicidio dell’ex marito Dino Reatti, accusato di maltrattamenti ai suoi danni.

Franca Leosini
Franca Leosini
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16 Giugno 2020 - 16.59


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Molte segnalazioni erano anche arrivate a Globalist di lettori che erano rimasti perplessi da una certa aggressività con la quale la conduttrice intervistava una donna che per anni ha subito le violenze del marito e che era in carcere.
Ma il caso sta crescendo: “Un concentrato di insinuazioni, stereotipi sessisti, giudizi moralistici, colpevolizzazioni per la violenza subita, e giustificazioni del maltrattante in prima serata tv”.

Così Antonella Veltri, presidente dell’associazione  D.i.Re – Donne in rete contro la violenza si è espressa in una nota stampa a proposito dell’ultima puntata di Storie Maledette, condotta da Franca Leosini su Rai Tre.

Durante la trasmissione, andata in onda domenica 14 giugno, la giornalista ha dialogato con Sonia Bracciale, condannata a 21 anni di reclusione come mandante dell’omicidio dell’ex marito Dino Reatti, accusato di maltrattamenti ai suoi danni. Rispetto ai toni utilizzati in trasmissione, la nota di D.i.Re prosegue: “Si chiama vittimizzazione secondaria, succede ancora continuamente nelle aule dei tribunali, dove le donne che denunciano la violenza non sono credute”.

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″‘La responsabilità ce l’ha anche lei come tutte le donne che non mollano il marito al primo schiaffone‘, ha detto Leosini ieri sera a Sonia Bracciale. Al di là dell’incompetenza con cui una giornalista si permette di parlare a una donna che ha subito violenza senza avere una formazione e gli strumenti di base per affrontare un discorso tanto delicato, quanto complesso ciò che emerge prepotente e insopportabile è l’eterno giudizio verso le donne che non se ne sono andate per tempo dal violento. Neppure quanto vengono ammazzate, si smette di giudicarle”, ha detto invece Manuela Ulivi, presidente di Cadmi-Casa di accoglienza delle donne maltrattate di Milano.

“Un programma del genere non sarebbe andato in onda – ha aggiunto Antonella Veltri di Di.R.e – se la Rai applicasse le raccomandazioni del Grevio, il Gruppo di esperte sulla violenza contro le donne del Consiglio d’Europa, che nel suo Rapporto sull’applicazione della Convenzione di Istanbul in Italia ha segnalato quanto i media continuino a perpetrare stereotipi e pregiudizi nei quali affondano le radici della violenza maschile contro le donne”.

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