Ciao Arrigo Levi, amico e maestro incomparabile
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Ciao Arrigo Levi, amico e maestro incomparabile

Devo sicuramente ad Arrigo la nomina a commendatore fattami da parte dal Presidente Ciampi, di cui fu portavoce e anche del successore Napolitano.

Arrigo Levi
Arrigo Levi
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Nuccio Fava Modifica articolo

25 Agosto 2020 - 12.37


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Giorni fa è mancato Sergio Zavoli, ora è toccato ad Arrigo Levi amico e maestro senza pari.
C’è sempre il rischio grave in questi momenti così fondamentali di ritrovarti a parlare più di te , dell’importanza dei tuoi incontri con lo scomparso più che della sua figura, della sua personalità, della sua rilevanza professionale ed umana. Per me la storia di Arrigo comincia prima del giornalismo, da giovane nella sua Modena , costretto ad espatriare con la famiglia in Argentina a seguito delle ripetute persecuzioni squadristiche. Ma anche con Peron  conobbe il carcere a seguito della partecipazione a manifestazioni studentesche contro il regime argentino.
Esperienze di cui Arrigo mi ha parlato nella sua casa romana a due passi da Villa Torlonia sulla via Nomentana. Raccontava le sue esperienze di antifascista , giovane studente e militante a favore di Israele in modo pacato e tranquillo, con partecipazione ma senza eccessi di emotività o di esaltazione , con lo stesso tono rispettoso, mai  sopra le righe con cui avrebbe raccontato in diretta tv la guerra dei 6 giorni, i carri armati a a Praga, i sommovimenti e scricchiolii che stavano preannunciando lo schianto dell’impero sovietico.
Di non minore rilievo e valore fu il suo ritorno alla carta stampata, la direzione della La stampa, in anni impegnativi e difficili, dopo l’assassinio di Casaleggio da parte delle Br, delle grandi lotte sindacali alla Fiat e dell’immenso travaglio di tutta la società italiana.  Devo sicuramente ad Arrigo la nomina a commendatore fattami da parte dal Presidente Ciampi, di cui fu portavoce e anche del successore Napolitano a conferma di una disponibilità e fedeltà continua  al servizio civile. Ebbi l’occasione mentre compivo i miei primi passi con Fabiani alla direzione del telegiornale di fare l’esordio davanti alla telecamera proprio durante l’ invasione dei carri armati russi a Praga che Arrigo stava commentando ininterrottamente da quasi 4 ore. Gli era indispensabile una sosta , ma Mario Pastore non era giunto in tempo dalla montagna.
Mi toccò inaspettatamente di sostituirlo con una  grande emozione  ma , appena tornato in studio, Arrigo mi fece un cenno ed un sorriso per dirmi che tutto era andato bene. Un piccolo battesimo per me fondamentale che non dimenticherò mai
 
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