Lutto nel giornalismo: è morta Rossana Rossanda, fondò il Manifesto
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Lutto nel giornalismo: è morta Rossana Rossanda, fondò il Manifesto

La giornalista aveva 96 anni. Ex dirigente del Pci fu espulsa dal partito e fondò il giornale comunista

Rossana Rossanda
Rossana Rossanda
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20 Settembre 2020 - 09.08


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Lutto nel mondo del giornalismo. “È morta nella notte a Roma la nostra Rossana Rossanda. Aveva 96 anni”.


Lo fa sapere ‘il manifesto’, che aggiunge: “Ricorderemo la nostra fondatrice sul giornale in edicola martedì”.

Rossanda fu dirigente del Pci negli anni ’50 e ’60, deputata per la prima volta nel ‘63, icona della sinistra internazionale, amica di Sartre e Foucault, fu radiata dal Partito nel 1969 e insieme, tra gli altri, a Luigi Pintor, Valentino Parlato, Lucio Magri, Aldo Natoli e Luciana Castellina, fondò il manifesto.

«Divenni comunista all’insaputa dei miei — raccontò una volta —. Era il 1943. Il mio professore di estetica Antonio Banfi mi suggerì una lista di libri tra cui Stato e rivoluzione di Lenin»
La sua storia
Nata a Pola il 23 aprile 1924, fra il 1937 e il 1940 Rossana Rossanda frequentò il liceo classico ‘Alessandro Manzoni’ di Milano e anticipò di un anno l’esame di maturità. All’Università Statale di Milano fu allieva del filosofo Antonio Banfi; giovanissima partecipò alla Resistenza e nel 1946 si iscrisse al Pci nel 1946. Nel 1958 entrò nel comitato centrale del Pci e grazie anche alla sua vasta cultura venne nominata dal segretario Palmiro Togliatti responsabile della sezione di politica culturale del Pci, che diresse dal 1963 al 1966.
Deputato alla Camera (1963-68), partecipò nel 1969 alla fondazione del mensile “Il Manifesto” con Luigi Pintor, Valentino Parlato, Lucio Magri, Aldo Natoli, Luciana Castellina, Massimo Caprara.

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Accusata di frazionismo, fu radiata dal Pci.

Contribuì quindi alla costituzione del movimento politico del Manifesto militando poi nel Partito di unità proletaria per il comunismo (Pdup, 1976-79), di cui fu cofondatrice.
Tra i fondatori del quotidiano “Il Manifesto” nel 1971, che ha lasciato nel 2012 per discrepanze con l’allora nuova direzione, ne è stata più volte direttrice e, comunque, una delle figure più autorevoli e rappresentative.
Presso Einaudi di recente ha pubblicato l’autobiografico “La ragazza del secolo scorso” (2005), “Un viaggio inutile” (2008) e “Quando si pensava in grande” (2013). Il suo ultimo libro è “Questo corpo che mi abita” (Bollati Boringhieri, 2018).
Tra i suoi libri “L’anno degli studenti” (De Donato, 1968); “Le altre. Conversazioni sulle parole della politica” (Feltrinelli, 1979); con Pietro Ingrao e altri, “Appuntamenti di fine secolo” (manifestolibri, Roma 1995); con Filippo Gentiloni, “La vita breve” (Pratiche, 1996); con Carla Mosca, il libro-intervista all’ex terrorista Mario Moretti, “Brigate Rosse. Una storia italiana” (Anabasi, 1994)

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