di Adelmina Meier
Chi paga? In sintesi, è questo il senso di quanto chiede il segretario della Commissione Parlamentare di Vigilanza, Michele Anzaldi ( Iv) alla notizia di quella che appare la certificazione di un fallimento, ancor più perchè prevedibile. Torneremo a quanto dice Anzaldi, intanto la notizia.
Ecco, la notizia è che Rai2 ha deciso di sospendere “Seconda linea”, lo spazio informativo della prima serata del giovedì condotto da Francesca Fagnani e Alessandro Giuli. Ovviamente, la direzione di Rai2, nel dare la notizia, aggiunge che tutto è sospeso, ma “per il momento”.
Comprensibile formula di un imbarazzo nel quale la Rete diretta da Ludovico Di Meo si è ficcato perchè alle “bandierine” non si poteva dire di no. Dell’annuncio della sospensione si è fatto carico lo stesso Di Meo, spiegando che”la scelta non dipende dagli ascolti perché sperimentare resta un diritto, ma dal fatto che il programma non ha corrisposto completamente all’impianto editoriale immaginato all’inizio”. Certo, gli ascolti, in questo caso assai imbarazzanti: 1,9 alla prima puntata, 1,7 alla seconda. Da record negativo.
Di Meo ci prova a mettere una pezza dopo l’altra su una scelta fallimentare. La trasmissione, dice,”va ripensata per ripartire il prima possibile”. E non si sbilancia sulla formula, né sulla doppia conduzione né sulla squadra, ancor più sui tempi dell’improbabile e suicida ripresa. E rinvia ad un incontro coi conduttori:”Ci vedremo e ne parleremo insieme”. “Quello che è certo – insiste il direttore di Rai2 – è che l’informazione resterà confermata nella prima serata del giovedì”. Di Meo prende tempo, e in questa situazione non gli restava molto altro da fare.
Il talk politico di Rai2 affidato al “meloniano” Alessandro Giuli e Francesca Fagnani, voglia o non voglia di Meo, verrà ricordato per il più grande flop della storia di Rai2. Senza parlare del programma “pensato” a seguire, “Onorevoli confessioni” condotto da un’altra “meloniana”, Laura Tecce, alla quale la Rete ha affidato la seconda serata. Anche in questo caso, un disastro: 1,4 con poco più di 100 mila spettatori ( si, avete letto bene: centomila). Fallimento dietro fallimento. Ma torniamo a Michele Anzaldi (Iv ).Cosa chiede? “Dopo lo stop di “Seconda Linea”, la Rai chiarisca chi ha deciso la collocazione oraria e il giorno di programmazione. Chi ha voluto far partire un talk sperimentale in un giorno già affollato di informazione? Direttore di Rete e vice, dirigenti, capi struttura, non hanno responsabilità?”. E sarebbe il caso di accertarlo e completare il certificato di fallimento. Si, perchè anche i fallimenti, coi ripensamenti e le chiusure, hanno un costo, un prezzo più salato. E sarebbe ora che in Rai si introducesse il principio della responsabilità, quello per cui chi sbaglia paga, anche in termini monetari. Come si deve fare in una azienda seria.