Corona, Bianca Berlinguer e Cartabianca: "dramma tutto italiano" e inconsolabile vedovanza
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Corona, Bianca Berlinguer e Cartabianca: "dramma tutto italiano" e inconsolabile vedovanza

Da quando lo scrittore-scalatore è stato messo alla porta, la conduttrice della trasmissione appare disperata. Appare come un vuoto incolmabile, un vero lutto, difficile da elaborare.

Mauro Corona e Bianca Berlinguer
Mauro Corona e Bianca Berlinguer
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3 Dicembre 2020 - 16.40


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di Adelmina Meier

 

A pensarci, i titoli si sprecherebbero. Già potremmo fare nostro quello di Aldo Grasso, sul Corriere, “Un”dramma”tutto italiano”, ma ci piace di più “Una vedovanza inconsolabile”. Comunque lo si titoli, quello che Bianca Berlinguer prova ad imporci come “il grande dramma” della tv italiana, alla fine ha solo il sapore di tragico, di farsesco e di patetico, come lo stesso Grasso sintetizza, chiudendo il suo scritto su #cartabianca di #Rai3.
Da quando Mauro Corona è stato messo alla porta, la conduttrice di Cartabianca appare disperata.

L’assenza dello scrittore scalatore nello sguardo della conduttrice appare come un vuoto incolmabile, un vero lutto, difficile da elaborare.

La conduttrice ne parla con tutti, rilascia dichiarazioni a giornali e giornaletti che intasano le ricerche on line, si affida al 2021 non perchè possa essere l’anno della liberazione dalla pandemia, ma quello del ricongiungimento. Ad ogni ospite, in diretta o magari dietro le quinte, chissà, chiede una parola di solidarietà, un appoggio per “resuscitare” Corona. In ultimo, a “pagare il dazio” è stato Salvini, tante volte evocato nei siparietti Corona-Bianchina. 

Nell’attesa di un 2021 più fortunato che possa restituire i gettoni di presenza a Corona e la “spalla” a Bianchina, lo scrittore-scalatore si consola in altre parrocchie televisive. Pare che, prima di accettare gli inviti, telefoni sempre alla nostra per avere il permesso. 
Come ben si sa, gli sketch Corona-Bianchina sono stati sospesi quando lo scrittore-scalatore in diretta ebbe a definire “gallina” la sua compagna di viaggio. Ma per la conduttrice “rigidona” la spalla di Corona era così preziosa da indurla a perdonare, ad archiviare un’offesa che “nell’attuale humus del dopo #MeToo parrebbe imperdonabile”, nota Grasso. Per tingere di malizia quella offesa, in una delle tante interviste, Corona arrivò a dire che quel “gallina” gli era uscito dalla bocca non perchè avesse bevuto:”L’ho detto proprio perchè non avevo bevuto”. Più che tv, cinema.
Dice bene Aldo Grasso, quella spalla, quei siparietti, quelle schermaglie aiutavano Bianchina a sciogliersi, impacciata come appare, dipendente dal copione, frenetica per i tempi degli altri quando è lei a proporre domande smisurate, da comizio, forse per affermare una centralità che non riesce a venir fuori, anche dopo tanti anni di televisione.
Corona era un “ottimo riscaldamento”, scrive Aldo Grasso. E in effetti Corona, spingendosi spesso anche nell’area ruffiana del sesso e del doppio senso ammiccante, faceva sciogliere davvero la conduttrice. Quindi, una vera coppia, destinata a tanti altri quadretti se non si fosse messa di mezzo una bella dose di indignazione dei telespettatori, presa al volo dal direttore di Rete, Franco Di Mare.
Corona ci sarà nel 2021? In altri tempi lo avremmo chiesto alle stelle. In questa Rai può accadere di tutto, anche che lui e lei riprendano dove si erano lasciati.

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