«Ci vorrebbe un attentato al Tirreno con morti e feriti». Attacco sul web
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«Ci vorrebbe un attentato al Tirreno con morti e feriti». Attacco sul web

Un signore, Roberto Ricotti, sui social attacca il quotidiano toscano. Sarà querelato. L’Ordine dei giornalisti: fermare l'odio prima che sia troppo tardi, intervenga Lamorgese. Il sindacato: riporta allo squadrismo

Lo screenshot del Tirreno con il messaggio di minacce
Lo screenshot del Tirreno con il messaggio di minacce
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23 Febbraio 2021 - 11.57


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«Ci vorrebbe un bell’attentato alla sede de “il Tirreno”, con tanto di morti e feriti…» Il quotidiano toscano è di nuovo nel mirino da parte di cittadini e stavolta con un auspicio terrificante sui social che, come doveroso, avrà un seguito giudiziario. La minaccia, o istigazione alla violenza, riferisce il giornale, è indirizzata alla redazione di Pistoia perché pubblica i numeri del contagio da Covid e fa quindi il proprio mestiere. L’autore del messaggio ha nome e cognome: Roberto Ricotti. Ne risponderà in tribunale

A Livorno un giornalista, Taglione, è stato minacciato pubblicamente. A Pistoia e provincia c’è “da alcune settimane un’impennata dei contagi da Covid. Il Tirreno ha documentato questo fenomeno sull’edizione di domenica pubblicando le tabelle con i dati della Regione sul numero di contagi per ogni 100.000 abitanti nei comuni della provincia pistoiese e rafforzando l’analisi con il parere degli esperti della Fondazione Gimbe e di altri dati pubblicati dall’Agenzia regionale della sanità”, scrive il quotidiano in un editoriale on line in risposta agli attacchi. E quando il testo è stato postato su Facebook “si è scatenato il putiferio”. Tra “gente ragionevole, che si appassiona, si informa, discute, critica o condivide il tono di un articolo, ma a partire appunto dai fatti (e in questo caso dai numeri)”, riferisce il quotidano, “poi ci sono quelli, una minoranza, che hanno qualche difficoltà ad accettare la realtà (troppo banale chi si considera più furbo degli altri) e perfino l’aritmetica, che trovano più eccitante o consolatorio o gratificante pensare a ‘complotti’ ”. Fino all’apice: ci sono “quelli che hanno già deciso che quelle cifre sono inventate o manipolate. Infine tra questo gruppo di “eletti”, spunta anche Roberto Ricotti, che a un certo punto scrive: «Ci vorrebbe un bell’attentato alla sede de “Il Tirreno”, con tanto di morti e feriti»”.
 
L’Ordine dei giornalisti della Toscana interviene e , oltre a manifestare piena solidarietà con il quotidiano e i suoi giornalisti, scrive in una nota: “Da mesi i giornalisti sono finiti nel mirino di chi cova odio e rancore per qualsiasi motivo. Minacce, insulti, botte. L’Ordine dei giornalisti della Toscana, visto l’inquietante ripetersi di questi episodi, chiede un intervento diretto della ministra dell’Interno Lamorgese.  Evidentemente – scrive ancora l’organismo dei cronisti toscana – la meritoria azione di Prefetture e forze dell’ordine non basta più a frenare un’ondata di odio nei confronti di chi fa informazione, un’ondata che deve essere fermata con ogni mezzo prima che sia troppo tardi”.

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“Augurare o anche solo ipotizzare che nel 2021 si possa verificare un gesto come quello di un attentato ci riporta indietro di almeno cento anni, nella fase più buia dello squadrismo che metteva a ferro e fuoco le redazioni. E’ improponibile che ancora oggi si alimenti una campagna d’odio nei confronti di chi fa informazione professionale o che si tenti di ostacolarne il lavoro”, intervengono il segretario della Federazione nazionale della stampa (il sindacato) Raffaele Lorusso, il presidente Sandro Bennucci e tutti gli organismi dirigenti dell’Associazione Stampa Toscana.

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