Rai, il canone fuori dalla bolletta come vuole l'Ue. Ma l'Usigrai insorge
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Rai, il canone fuori dalla bolletta come vuole l'Ue. Ma l'Usigrai insorge

La Camera ha approvato lo scorporo a partire dal 2023, in quanto, secondo l'Ue, il canone Rai è un onere improprio. Il sindacato dei giornalisti Rai: "C'è il rischio di una nuova corsa all'evasione del canone"

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14 Aprile 2022 - 13.11


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Cambio importante per quanto riguarda il canone Rai, che dal 2023 sarà fuori dalle bollette elettriche. È quanto prevede un ordine del giorno presentato da Maria Laura Paxia (Misto) al decreto energia approvato ieri alla Camera. Accettato dal Governo – rappresentato in Aula da Vannia Gava, Sottosegretaria per la Transizione ecologica – dapprima come raccomandazione, è stato poi accolto con riformulazione (senza dunque dover essere posto ai voti) prevedendo di “adottare misure normative dirette a scorporare dal 2023 il Canone Rai”. Paxia ha sottolineato che così si dà “seguito all’impegno che l’Italia aveva con l’Ue europea di scorporare il Canone Rai” in quanto “onere improprio”.

L’Usigrai (Unione Sindacale dei Giornalisti Rai) si è detta fortemente preoccupata per la decisione, che rischia di mettere in pericolo il servizio pubblico. “Il rischio – sottolinea l’Usigrai – è che lo scorporo dalla bolletta si traduca in una nuova corsa all’evasione del canone. Se cosi fosse, ad essere in pericolo sarà il servizio pubblico, già negli anni gravato dal prelievo forzoso di 150 milioni (su cui pende un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica), un buco di bilancio – giova ricordarlo – che dovette essere ripianato collocando in borsa il 33% delle azioni Rai Way”.

L’Usigrai sottolinea di voler conoscere quanto prima “quali strumenti metterà in campo il Governo per la riscossione del canone televisivo”. “Il decreto legge, in questo senso, è troppo vago. Non basta adeguarsi alle indicazioni della Commissione europea – conclude la nota – bisogna individuare delle soluzioni che mettano al riparo il servizio pubblico radiotelevisivo. La certezza delle risorse è garanzia della nostra autonomia e indipendenza: a questo deve, imprescindibilmente, seguire la riforma della Rai per liberarla dal controllo e dall’ingerenza dei partiti”.

Il Sindacato dei Giornalisti rai ricorda che il canone italiano è il più basso d’Europa. “Così come il numero di giornalisti in organico, in proporzione alle ore di trasmissioni autoprodotte” aggiunge. “A fine marzo, in un documento approvato all’unanimità dall’assemblea, i Cdr della Rai chiedevano che fosse garantita la certezza delle risorse disponibili ogni anno per il servizio pubblico radiotelevisivo – continua la nota – con la restituzione alla Rai dell’intera quota del canone versato dai cittadini, il cosiddetto extra-gettito, in tutto 200 milioni all’anno, considerando anche il taglio strutturale del 5%, che spettano al Servizio Pubblico da anni”.

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