Si chiama Nina Jankowicz, la cacciatrice di fake news del governo Biden
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Si chiama Nina Jankowicz, la cacciatrice di fake news del governo Biden

Un ruolo particolare e discusso, quello di Jankowicz, che ancora non è ben chiaro che compiti avrà e quanta libertà di movimento. Intanto lei ha spopolato su twitter con un video virale.

Si chiama Nina Jankowicz, la cacciatrice di fake news del governo Biden
Nina Jankowicz
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3 Maggio 2022 - 14.44


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Nina Jankowicz è la direttrice di quello che potremmo definire il Ministero della Verità dell’amministrazione Biden. Definita la “Zarina della disinformazione”, è diventata celebre su Twitter grazie una parodia della canzone di Mary Poppins “Supercalifragilisticexpialidocious” . Nell’articolo dell’Agi a cura di Massimo Basile, Jankovicz è descritta come il capo del Disinformation Governance Board, che dovrà occuparsi di smascherare tutte le disinformazioni che arriveranno dalla Russia in vista delle elezioni di midterm.

Il messaggio, di appena quaranta secondi, in cui Jankowicz spiega cantando quali saranno i suoi compiti, ha avuto più di 2,8 milioni di visualizzazioni, ma anche sollevato molti dubbi. La “Mary Poppins” dell’amministrazione americana avrà il compito di smascherare le fake news, da quelle “per cui il Covid non provocava dolori”, come ha spiegato in musica, alle “false notizie raccolte da Rudy (Giuliani, l’ex avvocato di Donald Trump, ndr) in Ucraina”.

Non è chiaro come opererà e quali saranno i poteri del nuovo team di investigatori delle fake news, ma anche i media progressisti hanno sollevato dubbi, indicando questa mossa come un tentativo neanche velato di sopprimere la libertà d’espressione.

E il video di debutto di Jankowicz su Twitter arriva proprio nel momento in cui il nuovo proprietario, Elon Musk, ha dichiarato guerra alla censura.

E adesso cosa succederà? Musk chiuderà l’account della zarina? Censurare chi vuole censurare sarà un atto in difesa della libertà d’espressione o una censura al quadrato? Jankowicz ha suscitato reazioni contrastanti negli Stati Uniti: alcuni hanno applaudito alle sue qualità canore, altri hanno trovato stonata la sua nomina. Anche perché in passato questa donna di 33 anni, ricercatrice e studiosa del fenomeno della disinformazione, laurea a Georgetown e solidi studi su Russia e Asia, è la stessa che definì “prodotto della campagna Trump” la storia del computer di Hunter Biden, il figlio del presidente, da cui poi sono emersi legami oscuri con finanziatori stranieri.

Ma il segretario alla Sicurezza nazionale Alejandro Mayorkas non ha avuto dubbi nell’affidarle la guida del team che andrà a caccia dei ‘troll’ russi. Siti giornalistici di stampo progressista come The Hill hanno ricordato come proprio Mayorkas e lo stesso presidente Biden abbiano avvalorato in passato notizie false, come quella che accusava gli agenti al confine americano in Texas di picchiare i migranti.

La storia di agenti bianchi che bastonavano migranti arrivati da Haiti era apparsa irresistibile, ma è finita per essere un autogol. Ora quello che gli stessi media liberal chiamano, con sarcasmo, il “ministro della verità”, Biden, si affida alla Mary Poppins della disinformazione, per fare chiarezza sul flusso di notizie. O almeno, questa è la speranza.

Mayorkas, commentando la nomina di Jankowicz, ha dribblato le domande dei cronisti che chiedevano cosa pensasse del passato della ‘zarina’ e dei suoi scivoloni: “Non conoscevo il passato dei candidati”, ha commentato. Però della ‘Zarina’ ha detto che era “qualificata in modo unico”.

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