Giornalisti italiani in stato di fermo in Ucraina: interrogazione del Pd
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Giornalisti italiani in stato di fermo in Ucraina: interrogazione del Pd

Ylenia Zambito, Alessandro Alfieri, Enrico Borghi, Silvio Franceschelli e Dario Parrini sul caso di Andrea Sceresini e Alfredo Bosco ai quali sono stati sospesi gli accrediti

Giornalisti italiani in stato di fermo in Ucraina: interrogazione del Pd
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23 Febbraio 2023 - 18.22


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Dalla parte dell’Ucraina ma le autorità di Kiev devono avere un comportamento adeguato nei confronti di chi sta raccontando la guerra.  Interrogazione dei senatori del Pd sui due cronisti italiani bloccati in stato di fermo in Ucraina, Andrea Sceresini e Alfredo Bosco, dal 7 febbraio scorso.

“Vorremmo sapere se il governo sia a conoscenza dei fatti e delle ragioni che hanno spinto le autorità ucraine a fermare i due cronisti, sospendendo i loro accrediti. Sarebbe grave se la ragioni di tale sospensione fossero dovute all`impossibilità di poter svolgere liberamente il lavoro di informazione che è proprio di un giornalista”, sottolineano Ylenia Zambito, Alessandro Alfieri, Enrico Borghi, Silvio Franceschelli e Dario Parrini.

“Dal 7 febbraio due cronisti italiani, Andrea Sceresini e Alfredo Bosco, sarebbero di fatto in stato di fermo in Ucraina per la sospensione degli accrediti che erano stati loro regolarmente rilasciati nel marzo 2022. Le autorità locali li avrebbero fermati a Kramatorsk, nel Donbass. La sospensione degli accrediti comporta l`impossibilità di muoversi liberamente nel Paese, specie nelle zone vicino al fronte, e il rischio concreto di essere arrestati al primo posto di blocco. Gli stessi Sceresini e Bosco, sui propri social e tramite il proprio legale, parlano di un ipotetico `interrogatorio` al quale sarebbero dovuti essere sottoposti perché considerati potenzialmente delle spie russe. Abbiamo presentato un`interrogazione parlamentare al ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale per sapere in che modo il Governo si sia attivato affinché ai due cronisti italiani venga restituita la possibilità di muoversi liberamente in territorio ucraino, svolgendo il proprio lavoro”, sottolineano.

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