“Dario Fo: l’ultimo Mistero Buffo”, questa sera alle 21.25 su Rai 3 la storia del drammaturgo premio Nobel e del suo teatro che continua a dare voci alla contemporaneità, in tutto il mondo. La racconta il documentario, diretto da Gianluca Rame, una produzione Clipper Media e Luce Cinecittà con Compagnia Teatrale Fo Rame in collaborazione con Rai Documentari e con il patrocinio di Fondazione Fo Rame.
Il documentario è incentrato su un evento inedito: l’ultima messa in scena di “Mistero Buffo”, a Roma il 1°agosto 2016, l’addio alle scene del suo autore e interprete, il premio Nobel Dario Fo, scomparso soltanto due mesi dopo. La narrazione parte dal camerino di Dario Fo per percorrere insieme a lui un viaggio caleidoscopico dalla Turchia all’Argentina, lì dove le sue opere dalla drammaturgia potente e critica infastidiscono ancora oggi lo “status quo” e il potere.
Il novantenne Dario Fo si appresta a calcare per l’ultima volta la scena: dentro la sua mente si accavallano i ricordi di una vita straordinaria. I suoni che giungono dalla cavea si fondono con il ricordo di altre figure familiari: Franca Rame, con cui Dario ha fatto coppia fissa in scena e nella vita, i loro intensi carteggi, le tante storie vissute insieme. L’anziano attore si alza, si porta lentamente dal camerino alle quinte e dopo un accenno di esitazione entra in scena mettendo fine all’attesa.
La magia del suo teatro si compie per un’ultima volta ancora. Il Maestro sorride pensando alle tante compagnie che in tutto il mondo rappresentano le sue opere. A Istanbul, dove è in scena in curdo la commedia “Clacson Trombette e Pernacchi” e a Buenos Aires, dove “Muerte accidental de un ricotero” adatta il testo su Pinelli per parlare del caso di Walter Bulacio, assassinato dalla polizia nel 1991.
Il film segue gli attori in un continuo confronto nel quale il teatro di Dario Fo diventa spazio di riflessione sulla condizione umana e sulle distorsioni del potere, superando differenze linguistiche, geografiche e culturali e confermando l’attualità e l’universalità del suo linguaggio.
Il documentario si avvale del soggetto e sceneggiatura scritti dal regista con Piero D’Onofrio, il montaggio di Piero Lassandro, la fotografia di Antonello Sarao, la presa diretta di Domenico Rotiroti, le musiche originali di Riccardo Cimino.
Con la produzione esecutiva di Barbara Meleleo, il doc è prodotto da Sandro Bartolozzi, una produzione Clipper Media e Luce Cinecittà con Compagnia Teatrale Fo Rame in collaborazione con Rai Documentari con il patrocinio di Fondazione Fo Rame, con il sostegno della Regione Lazio – Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo e con il sostegno della Direzione generale Cinema e audiovisivo.