"Report - C'era una volta Calciopoli", alle 21.20 su Rai 3: ecco le anticipazioni
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"Report - C'era una volta Calciopoli", alle 21.20 su Rai 3: ecco le anticipazioni

Si intitola "C’era una volta Calciopoli" l'inchiesta di apertura della puntata di Report in onda lunedì 17 aprile alle 21.20 su Rai 3 e disponibile su RaiPlay e Rai Italia.

"Report - C'era una volta Calciopoli", alle 21.20 su Rai 3: ecco le anticipazioni
Sigfrido Ranucci
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17 Aprile 2023 - 16.41


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Si intitola “C’era una volta Calciopoli” l’inchiesta di apertura della puntata di Report in onda lunedì 17 aprile alle 21.20 su Rai 3 e disponibile su RaiPlay e Rai Italia.

Firmata da Daniele Autieri, con la collaborazione Federico Marconi, parte da una domanda: cosa c’è dentro la pennetta USB che Luciano Moggi ha consegnato nelle mani di Andrea Agnelli durante l’Assemblea degli azionisti della Juventus del gennaio scorso? 

Report ha ottenuto il contenuto di quella pennetta, il totale delle 170mila intercettazioni, molte rimaste inedite, registrate durante l’inchiesta “offside”, che 17 anni fa diede vita allo scandalo di Calciopoli. Tutti gli arbitri coinvolti, tranne uno, sono stati assolti, così come la quasi totalità dei dirigenti sportivi rinviati a giudizio. Per quelli non assolti, come Luciano Moggi, il potente direttore sportivo della Juventus condannato in appello per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, è intervenuta la prescrizione.

Per la prima volta Report raccoglie le testimonianze e le rivelazioni dei protagonisti di quella vicenda: lo stesso Moggi, l’allora presidente della Federcalcio Franco Carraro, il designatore degli arbitri Paolo Bergamo, l’allora presidente della Lega Calcio Massimo Cellino, l’allenatore della Nazionale Campione del Mondo del 2006, Marcello Lippi.

Interviste che ricostruiscono un quadro del tutto inedito su quali furono le forze che si misero in moto per scardinare quel sistema di potere, accompagnate ad atti giudiziari ancora inediti che offrono la prova delle attività di spionaggio condotte da altri club nei confronti dei dirigenti della Juventus, oltre che di alcuni arbitri. Alle spalle una battaglia di potere tra i grandi padroni del calcio di allora, da Silvio Berlusconi a Massimo Moratti, dalla famiglia Agnelli a Franco Sensi, dai fratelli Della Valle alle banche che avevano messo un piede nel calcio italiano.

La seconda inchiesta, dal titolo “L’ereditiera svizzera”, di Manuele Bonaccorsi e Federico Marconi, con la collaborazione Madi Ferrucci, parte invece da Torino, dov’è in corso il processo che potrebbe cambiare le sorti di una delle famiglie più importanti del capitalismo europeo: gli Agnelli. La contesa è sul testamento della principessa Marella Caracciolo, moglie dell’Avvocato Gianni Agnelli. Davanti ai giudici sono contrapposti la figlia di Gianni e Marella, Margherita, contro i figli Ginevra, Lapo e John Elkann. Margherita Agnelli sostiene che i testamenti svizzeri siano falsi e che il patto successorio da lei firmato a Ginevra nel 2004, con cui accettava 1,2 miliardi di euro di patrimonio paterno rinunciando all’eredità della madre, sia da invalidare. Il motivo: la residenza in Svizzera della madre era fittizia. Non è solo una questione di soldi.

In ballo ci sono le quote della Dicembre, la holding della Famiglia Agnelli, che controlla Exor, Stellantis, Ferrari, Iveco, Cnh, la Juventus, i quotidiani Repubblica e La Stampa: un patrimonio di 25,5 miliardi di euro e i destini di migliaia di lavoratori. Quella davanti ai giudici di Torino non è però solo una vicenda privata: nelle casse dello Stato potrebbero rientrare decine di milioni di euro di imposte non pagate. Attraverso interviste esclusive e documenti inediti, Report è in grado di ricostruire la storia del patrimonio, della residenza e del testamento svizzero della principessa Caracciolo. 

In chiusura, “Segnale Divino”, di Chiara De Luca, con la collaborazione di Marzia Amico. L’Italia è nota come il paese dei 1000 campanili. Per la loro altezza e la posizione centrale dagli anni 2000 sono stati scelti per l’installazione di antenne telefoniche. L’ente ecclesiastico incassa un canone dalle aziende di telecomunicazioni: questo comporterebbe l’uso del campanile per finalità commerciali e la perdita dell’esenzione fiscale dedicata agli immobili della chiesa destinati al culto. Come si sono comportate le diocesi italiane?

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