“Report”, alle 21.20 su Rai 3: ecco le anticipazioni sulle inchieste di questa sera
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“Report”, alle 21.20 su Rai 3: ecco le anticipazioni sulle inchieste di questa sera

“Report”, questa sera alle 21.20 su Rai 3. Si inizierà con “La busta non paga”, un reportage  di Bernardo Iovene, in collaborazione con Lidia Galeazzo e Greta Orsi. 

“Report”, alle 21.20 su Rai 3: ecco le anticipazioni sulle inchieste di questa sera
Sigfrido Ranucci
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15 Maggio 2023 - 16.11


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“Report”, questa sera alle 21.20 su Rai 3. Si inizierà con “La busta non paga”, un reportage  di Bernardo Iovene, in collaborazione con Lidia Galeazzo e Greta Orsi. Le maggiori aziende della logistica utilizzano lavoratori dipendenti da cooperative e società esterne, il costo del lavoro per loro si riduce, addirittura per Brt vale solo l’8 per cento del fatturato. Le aziende esterne talvolta chiudono dopo due anni e riaprono con un altro nome a danno del lavoratore, che spesso viene pagato poco e perde i diritti dovuti. La procura di Milano attraverso la Gdf ha recuperato 170 milioni di euro di oneri non pagati da Brt, Geodis e Dhl, che utilizzavano questo schema impiegando manodopera a basso costo.

Ma anche in vari settori della Pubblica amministrazione si aggirano contratti nazionali e livelli di retribuzione e contributi: dai custodi dei musei ai vecchi lavoratori socialmente utili che avrebbero dovuto essere assunti stabilmente; fino ai magistrati onorari, la cui mancata regolarizzazione rischia di far saltare i soldi del Pnrr previsti per il ministero della Giustizia. Infine, l’esempio degli istruttori sportivi: sono decenni che svolgono l’attività professionale presso impianti sportivi pagati come dilettanti senza diritti di ferie, malattie, maternità e contributi. 

A seguire, “La battaglia delle etichette” un ‘inchiesta di Lucina Paternesi e Giulia Sabella. Con il 59% della popolazione in sovrappeso e il 23% affetto da obesità, dal 2020 l’Unione Europea ha intrapreso la strategia “Farm to Fork”, alimenti più sostenibili e abitudini più sane a tavola anche grazie a un’etichettatura comune in tutti i paesi membri.

Tra le proposte più quotate c’era il Nutriscore, il sistema di etichettatura fronte pacco di origine francese che funziona come un semaforo: cinque lettere dalla A alla E, e cinque colori, dal verde scuro all’arancione intenso, per aiutare i consumatori a fare acquisti consapevoli e limitare il consumo di quegli alimenti che potrebbero avere un impatto negativo sulla salute umana. Il voto definitivo, però, è slittato anche grazie alle proteste dell’Italia, da sempre contraria all’etichetta a semaforo, perché ritenuta ‘discriminatoria’ nei confronti dei prodotti tipici italiani.

Sotto la bandiera della difesa del Made in Italy si sono coalizzate associazioni di categoria, lobby e politici di tutti i colori. Nasce così la proposta italiana, il NutrInform Battery, un’etichetta che non valuta gli alimenti con un colore, ma spiega la composizione nutrizionale attraverso 17 diversi numeri e percentuali e, soprattutto, fa contenti i produttori. Ma quali studi scientifici hanno validato la proposta italiana e chi li ha fatti? Tra conflitti d’interesse e timori corporativi l’Italia rischia di perdere uno strumento utile di salute pubblica in nome della tutela degli interessi delle lobby?

 Infine “ A ruota libera” di Antonella Cignarale con la collaborazione Marzia Amico. Se il sistema di smaltimento degli pneumatici non funziona a regola chi paga? Per ogni pneumatico immesso sul mercato va pagata la quota del contributo ambientale per lo smaltimento. Produttori e importatori sono responsabili del servizio di raccolta e smaltimento e il costo del servizio è a carico del consumatore finale. I dati dell’Osservatorio sui flussi illegali di pneumatici e Pfu in Italia, però, registrano 12 milioni di euro di contributo ambientale evasi. Le soluzioni potrebbero essere a portata di legge: strumenti per garantire un’efficace tracciabilità delle gomme, incentivi all’uso di materiale prodotto con gomma riciclata, eppure non ci sono sanzioni neanche per i rivenditori di pneumatici che non applicano ed evadono, al momento della vendita, la quota del contributo ambientale.

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