Nell'Agrigentino, la mafia riduce in cenere il grano della cooperativa Livatino che gestisce terre confiscate
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Nell'Agrigentino, la mafia riduce in cenere il grano della cooperativa Livatino che gestisce terre confiscate

Contrada Gibbesi, Naro, nell'Agrigentino: trenta ettari di terreno coltivati a grano vanno in fumo. Non per una cicca gettata imprudentemente dal finestrino, chi appicca il fuoco lo fa perché vuole colpire un cooperativa che porta il nome di Livatino

Nell'Agrigentino, la mafia riduce in cenere il grano della cooperativa Livatino che gestisce terre confiscate
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29 Giugno 2023 - 14.46


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Contrada Gibbesi, Naro, nell’Agrigentino: trenta ettari di terreno coltivati a grano vanno in fumo. Non per una cicca gettata imprudentemente dal finestrino, chi appicca il fuoco lo fa perché vuole colpire un cooperativa che porta il nome di Rosario Livatino, ucciso dalla mafia non lontano da qui. Terreni che furono della mafia, poi confiscati, affidati a giovani che  dal 2011 ad oggi sono costretti a fare i conti sempre con la mafia. L’incendio si ripete ogni qualvolta si è alla vigilia del raccolto.

Ce lo ricorda Mimmo Bruno, già comandante Forestale, strenuo sostenitore del Parco che si è intitolato a Livatino e che con Livatino lavorò per contrastare le famiglie mafiose di questa zona. Mimmo Bruno ha appena parlato dell’incendio col presidente della cooperativa “Rosario Livatino-Libera terra” di Naro. Il quadro è sempre lo stesso: terreni confiscati qui quali i mafiosi continuano a dominare, continuano a pascolare le loro greggi, gli incendi che si ripetono e che sfiancano i giovani che con la terra provano a costruire un futuro migliore. 

Il terreno a grano di contrada Gibbesi è un fondo confiscato alla mafia nel 1992 dal tribunale di Agrigento e assegnato alla “Rosario Livatino-Libera terra” nel 2015. Il danno provocato alla coop agricola è stato quantificato in circa 20 mila euro ed è coperto da polizza assicurativa.

Lo scorso anno, andarono in fumo 10 ettari di terreno coltivato a grano. Come detto, una storia che si ripete. Era la fine di giugno, tre anni fa, quando un altro incendio mandò in fumo – provocando allora un danno di 15 mila euro – le coltivazioni di grano e foraggi su 40 ettari di terreno confiscati alla mafia e gestiti dalla cooperativa sociale “Rosario Livatino – Libere Terre”. 

Alla cooperativa negli anni è stato affidato un bene confiscato alla mafia in contrada Robadao, successivamente quello di contrada Gibbesi. Ad indagare – dopo aver raccolto la denuncia, a carico di ignoti, del legale rappresentante della cooperativa “Le terre di Rosario Livatino – Libera terra” – sono i carabinieri.

Naturalmente è stata informata la Procura della Repubblica di Agrigento. Lo scorso anno, dopo gli incendi mafiosi a danno della coop, istituzioni e forze sociali diedero vita ad una marcia sui terreni confiscati alla mafia. Al sit-in, i sindaci di Naro, Canicattì e Favara sostennero, unitamente, che  è necessario ricostituire il consorzio dei Comuni per la gestione dei beni confiscati

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